“La pace sia con tutti voi”: il successore di Papa Francesco è Leone XIV ed è stato eletto giovedì 8 maggio

Il Mondo ha il nuovo Papa. Si tratta di Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV.

Si chiude così il Conclave, dopo le intense giornate di lutto che hanno seguito la morte di Francesco e le ultime frenetiche ore, in cui i nomi dei “papabili” sono passati di giornale in giornale, di schermo in schermo.

Per approfondire: Verso il Conclave

Secondo giorno, 8 maggio: l’elezione di Papa Leone XIV

«La pace sia con tutti voi fratelli e sorelle carissimi. Questo è il primo saluto del Cristo Risorto e anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutti i popoli. Dio ci ama tutti incondizionatamente. Ancora conserviamo nelle nostre orecchie quella voce debole di Papa Francesco, che benediva Roma e il mondo intero quella mattina di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella benedizione: Dio ci ama tutti e il male non prevarrà. Senza paura, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Aiutateci voi a costruire ponti con il mondo. Grazie a Papa Francesco. Alla Chiesa di Roma un saluto speciale: dobbiamo cercare insieme di essere una chiesa missionaria, che costruisce ponti e dialogo, sempre aperta a ricevere tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità e della nostra vicinanza. Vogliamo essere una chiesa che cerca sempre la pace», il primo discorso di Papa Prevost, commosso, dalla Loggia delle Benedizioni davanti a una piazza San Pietro gremita. Poi il nuovo Pontefice ha rivolto una preghiera alla Vergine Maria e ha concesso l’indulgenza plenaria.

Alle 19:15 arriva l’Habemus Papam: il nuovo Papa è Robert Francis Prevost, ha scelto il nome Leone XIV.

Alle 18:30 ha fatto il suo ingresso in piazza San Pietro la banda dei Gendarmi, a seguire il picchetto della Guardia svizzera. Si è fermata sul sagrato in attesa dell’annuncio del nuovo Pontefice da parte del protodiacono, che avverrà alla Loggia delle Benedizioni. L’Habemus Papam è atteso intorno alle 19.

FUMATA BIANCA alle 18:08: il Mondo ha il nuovo Papa.

Il quorum necessario è stato raggiunto nel secondo giorno di Conclave al quarto scrutinio. Esplosione di gioia e giubilo in piazza San Pietro, le campane suonano a festa in tutta Roma.

Alle 16:23 i cardinali si sono riuniti nuovamente nella Cappella Sistina. A breve inizierà il nuovo scrutinio.

Alle 11:50 arriva la seconda fumata: nera. I cardinali ora andranno a pranzo a Santa Marta per riunirsi nuovamente alle 15:45 nel Palazzo apostolico. Alle 16:30 ci sarà il ritiro nella Cappella Sistina con altre due votazioni e al termine (intorno alle 19:30) la celebrazione dei Vespri. La fumata è attesa in serata, a meno che venga scelto il nuovo Papa nel quarto scrutinio, e quindi a metà pomeriggio (la fumata ci sarà quindi solo se bianca).

Poco prima di mezzogiorno, orario in cui è attesa la prossima fumata (siamo alla terza votazione), i bookmaker internazionali hanno aggiornato le previsioni sul prossimo Papa. Il testa a testa rimane tra Luis Antonio Tagle e Pietro Parolin ma il cardinale filippino passa avanti e viene quotato 3 dai betting analyst di William Hill contro il 3,50 del segretario di Stato vaticano. Gli altri italiani, Zuppi e Pizzaballa, rimangono a 6. Sale da 5 a 9 il ghanese Peter Turkson. Considerevole il salto di Aveline, “protetto” di Bergoglio, che gioca a 18 (prima era a 33). Compare nell’elenco anche lo statunitense Robert Francis Prevost.

Intorno alle 11 il cardinale decano Giovanni Battista Re ha fatto una precisazione circa i suoi “doppi auguri” a Parolin di ieri, prima di celebrare a Pompei la messa in occasione della Supplica alla Madonna del Rosario. “I doppi auguri al cardinale Parolin erano per la funzione di decano che assumerà. Parolin è una persona di grande qualità. Ma ce ne sono anche molti altri come lui”. Ha poi aggiunto: «auspico che questa sera tornando a Roma trovi già la fumata bianca. Sono particolarmente lieto di essere qui all’inizio del Conclave perché lo Spirito Santo abbia a soffiare forte e sia così eletto il Papa di cui ha bisogno la Chiesa di oggi e il mondo di oggi». Re ha ribadito che il nuovo Papa “prima di tutto dovrà cercare di rafforzare la fede in Dio in questo nostro mondo caratterizzato dal progresso tecnologico ma sotto l’aspetto spirituale abbiamo notato un po’ un dimenticare Dio“. Quindi “c’è un bisogno di un risveglio“.

Si riparte oggi con la seconda giornata del Conclave che prevede quattro votazioni e due fumate, intorno alle 12 e alle 19. Ci saranno fumate “intermedie”, alle 10.30 o alle 17.30 circa, solo in caso di elezione del Pontefice.

Per i cardinali elettori la mattina è iniziata prima delle 8 nel Palazzo Apostolico, per celebrare Messa e Lodi nella Cappella Paolina. A seguire alle 9:15 si sono ritirati in Sistina per recitare l’Ora media e procedere alle prime due votazioni.

Ieri, nel corso della prima votazione, i 133 cardinali elettori non hanno trovato il nome del successore di Bergoglio: nulla di nuovo, non era mai successo nella storia che un Papa venisse eletto al primo scrutinio, ma i momenti di incredulità non sono mancati perché, dato il ritardo nella fumata, in molti hanno pensato che potesse uscire fumo bianco dal comignolo della Cappella Sistina.

Primo giorno, 7 maggio

La fumata nera dal comignolo della Cappella Sistina, 7 maggio.  ANSA/ETTORE FERRARI

Il responso della prima votazione arriva alle 21: fumata nera.

Tre ore per il primo risultato, atteso in piazza da oltre 45 mila persone secondo Vatican News. Un’attesa insolita, probabilmente a causa del numero dei cardinali.

Alle 19:30 piazza San Pietro è gremita: 30 mila persone attendono con gli occhi fissi sul comignolo della Sistina la prima fumata, che si attendeva per le 19. Ma non solo: oltre centomila utenti sono collegati al canale YouTube di Vatican News che sta trasmettendo in diretta le immagini del comignolo della Cappella Sistina in attesa della prima fumata. Un numero che cresce di minuto in minuto.

L’Extra Omnes, vale a dire il “fuori tutti”, viene proclamato solennemente dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Diego Ravelli, che ordina a tutti coloro che non hanno diritto di lasciare la Cappella Sistina. All’interno solo i cardinali elettori, lo stesso Maestro e l’ecclesiastico incaricato di tenere l’ultima meditazione prima delle votazioni, il cardinale Raniero Cantalamessa. Una volta usciti tutti, il Maestro chiude la porta d’accesso e, al termine della meditazione, anche il maestro e il cardinale Cantalamessa lasciano la cappella. Sono le 17:58: inizia adesso la votazione per eleggere il 267° Papa.

Una volta preso posto all’interno della Cappella Sistina, i 133 cardinali hanno intonato il “Veni creator Spiritus” e hanno giurato davanti a Dio di essere fedeli al loro compito in caso di elezione e hanno giurato segretezza sui lavori del Conclave, prima tutti insieme e poi singolarmente. A leggere il giuramento, a nome di tutti, è il cardinale Pietro Parolin che presiede.

Una curiosità: la chiave della Cappella è unica e senza numero (contrariamente a quanto si può dire per le porte degli 11 settori dei Musei del Papa che hanno ben 2797 chiavi; per ognuna sono state fatte da una a cinque copie per un totale complessivo di circa 10k chiavi).

Leggi anche: L’addio a Bergoglio

La segretezza è massima e l’attenzione così alta che dalle 15 di oggi “tutti gli impianti di trasmissione del segnale di telecomunicazione per cellulare radiomobile presenti nel territorio dello Stato della Città del Vaticano saranno disattivati“, come comunicato dall’ufficio di presidenza del Governatorato. “Il ripristino del segnale sarà effettuato all’annuncio dell’avvenuta elezione del Sommo Pontefice”. Con questa misura si cerca di evitare fughe di notizie.

Durante la messa “pro eligendo”, il cardinale decano Giovanni Battista Re ha ricordato l’auspicio di Giovanni Paolo II: «l’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna. I cardinali elettori esprimeranno il loro voto nella Cappella Sistina, dove tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato». Nell’omelia, è stato fatto un forte richiamo all’amore: «l’amore è la sola forza capace di cambiare il mondo. Gesù ci ha dato l’esempio di questo amore all’inizio dell’ultima cena con un gesto sorprendente: si è abbassato al servizio degli altri, lavando i piedi agli Apostoli, senza discriminazioni, non escludendo Giuda che lo avrebbe tradito. Questo messaggio di Gesù si ricollega a quanto abbiamo ascoltato nella prima lettura della messa, nella quale il Profeta Isaia ci ha ricordato che la qualità fondamentale dei Pastori è l’amore fino al dono completo di sé. Dai testi liturgici di questa celebrazione eucaristica ci viene pertanto un invito all’amore fraterno, all’aiuto vicendevole e all’impegno per la comunione ecclesiale e per la fraternità umana universale».
Re ha invocato la necessità di “eleggere il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno” e di “mantenere l’unità della Chiesa“. E poi, in un fuorionda che ha fatto parlare, ha rivolto gli auguri a Parolin, auguri “doppi”, per il Conclave.

Quanto sarà lungo il Conclave non è dato saperlo. La storia della Chiesa cattolica è stata segnata da conclavi con elezioni fulminee e altre di una lunghezza quasi surreale. Il Conclave di Viterbo del 1268-1271 paralizzò per 33 mesi l’intero processo di elezione papale. Il più breve della storia si fece tra il 31 ottobre e il 1 novembre 1503 e durò 10 ore, portando all’elezione di Giulio II, importante mecenate del Rinascimento. In epoca più recente i Conclavi sono durati mediamente due-tre giorni.

IN AGGIORNAMENTO

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA/US VATICAN MEDIA