Jeff Bezos si sposa e blinda la Laguna: lusso e polemiche nella città. Ostaggio del potere o privilegiata?

Dal 26 al 28 giugno 2025, Jeff Bezos e Lauren Sánchez celebrano il loro matrimonio nella cornice mozzafiato di Venezia, tra la Basilica di San Giorgio Maggiore e l’Arsenale. Un evento blindatissimo, organizzato con una meticolosità maniacale per garantire massima esclusività e sicurezza, ma finito al centro di un’ondata di proteste internazionali.

Un matrimonio da copertina… e da decine di milioni

Secondo le stime, l’intera macchina logistica si aggirerebbe tra i 10 e i 30 milioni di euro. Oltre 200 ospiti internazionali, tra cui Oprah Winfrey, Leonardo DiCaprio, Ivanka Trump, Katy Perry, Lady Gaga e Kim Kardashian, sono attesi in laguna a bordo di circa 90 jet privati e una flotta di mega-yacht. Gli hotel più lussuosi – Aman Venice, Gritti Palace, Danieli, Cipriani, St. Regis – sono già stati completamente prenotati per l’occasione.

Il programma prevede feste a tema, pigiama party, concerti privati con artisti del calibro di Matteo Bocelli, spettacoli pirotecnici su San Marco e perfino uno schiuma party sullo yacht Koru. Una celebrazione in stile mini-festival che ha trasformato Venezia in un set esclusivo per pochi privilegiati.

Arsenale blindato e “coccodrilli gonfiabili”: le misure di sicurezza

Inizialmente prevista alla Scuola Grande della Misericordia, la festa serale è stata trasferita all’Arsenale, area logisticamente più semplice da isolare. Il cambio di location sarebbe stato deciso non solo per motivi di sicurezza logistica – ponti mobili, accessi chiusi, sorveglianza massima – ma anche per motivazioni geopolitiche: tra gli invitati figura Ivanka Trump, e non si escludono tensioni legate al conflitto in Medio Oriente.

La decisione è maturata anche in seguito all’annuncio di proteste da parte di diversi movimenti, che avevano previsto l’uso di “coccodrilli gonfiabili” per inscenare un’irruzione simbolica via acqua.

Flash mob in piazza San Marco: “If you can rent Venice, you can pay more tax”

Il 23 giugno, in pieno centro storico, è andata in scena una protesta organizzata da Greenpeace, dal collettivo “Everyone Hates Elon” e da attivisti per il diritto alla casa. Con uno striscione srotolato in Piazza San Marco – “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax” – i manifestanti hanno lanciato un messaggio chiaro contro il privilegio sfrenato e l’evasione fiscale.

La mobilitazione, che ha incluso anche flash mob e piani per blocchi acquei e terrestri sotto lo slogan “No Bezos No War”, ha evidenziato un malcontento trasversale, tra attivismo ambientale e protesta sociale. Nel mirino: l’impatto ambientale degli spostamenti miliardari, la mancanza di alloggi per i residenti e il crescente divario tra turismo di lusso e qualità della vita cittadina.

Tasse, ambiente e voli spaziali: la galassia delle critiche

Le critiche si estendono ben oltre i confini della laguna. Il nome di Bezos è ormai da tempo associato a una doppia contraddizione: da un lato la creazione dell’Earth Fund, dall’altro le ripetute incursioni nello spazio a bordo di razzi privati. I viaggi spaziali di Blue Origin sono stati definiti un “capriccio ecologico” da più organizzazioni ambientaliste, che chiedono ai super-ricchi un contributo reale alla transizione verde, non solo filantropico.

In questo contesto si inserisce anche la recente donazione di un milione di euro al centro studi ambientali Corila: un gesto che molti definiscono strategico, utile più a placare le critiche che a generare impatti strutturali.

Le istituzioni difendono l’evento: “una vetrina per Venezia”

A difendere l’evento sono intervenuti sia il sindaco Luigi Brugnaro che il governatore del Veneto Luca Zaia. Entrambi lo definiscono una “vetrina economica” per la città, stimando ricadute positive tra i 20 e i 30 milioni di euro per alberghi, ristoranti e servizi locali. Gli organizzatori dell’evento, Lanza & Baucina, sottolineano l’impiego di manodopera veneziana e il rispetto per la cultura cittadina, respingendo le accuse di esibizionismo elitario.

Tra visibilità e contraddizioni

Il matrimonio di Bezos rappresenta, in fondo, molto più di un’unione privata. È il simbolo di un’epoca in cui pochi possono affittare intere città, mentre molti ne subiscono le conseguenze. L’innegabile ritorno economico si scontra con un senso crescente di esclusione e stanchezza urbana. Venezia, fragile e invasa, chiede giustizia sociale prima ancora che eventi spettacolari.

Se chi può permettersi tutto vuole davvero restituire qualcosa, il conto non può fermarsi al romanticismo.

FOTO: ANSA