Meryl Streep ha debuttato 50 anni fa e da 50 anni la sua stella non fa che brillare

In un’intervista rilasciata al Telegraph il 6 dicembre 2008 veniva ricordato come Meryl Streep fosse sì l’attrice con il maggior numero di nomination agli Oscar (21) ma, con le sue tre vittorie, anche la persona che ha “perso più di chiunque altro”, una frase che dice lei stessa. La grandezza, non solo attoriale, di Streep emerge anche da queste piccole cose.

Ma come è arrivata a essere un’icona del cinema con all’attivo anche il record di 33 candidature ai Golden Globe (e di 9 vittorie)? Mary Louise Streep nasce il 22 giugno 1949 nel New Jersey. Il sacro fuoco della recitazione inizia ad ardere mentre studia al college e la porta a frequentare la Yale School of Drama. Il suo è un talento innato, “non penso che nessuno abbia insegnato a Meryl a recitare. Se lo è insegnato da sola” dirà di lei un suo professore, infatti.

Nel 1975 debutta recitando in cinque pièce in appena 6 settimane. In quello stesso anno si trasferisce nella Grande Mela partecipando al New York Shakespeare Festival, qui per la prima volta vita artistica e privata si fondono, grazie all’incontro con John Cazale. I due si innamorano e stanno insieme fino alla prematura morte dell’attore appena tre anni più tardi.

Sono anni incredibili per la carriera di Streep, lavora a Broadway e nel 1976 riceve la sua prima candidatura per un premio importante, il Tony Award come miglior attrice non protagonista in un’opera teatrale. L’esordio cinematografico è del 1977, dove partecipa come comparsa in Giulia di Fred Zinnemann, mentre l’anno successivo l’interpretazione ne Il cacciatore le vale la prima nomination agli Oscar come migliore attrice non protagonista e vince un Emmy per il suo ruolo nella miniserie televisiva Olocausto.

Nel 1979 Meryl Streep conquista la sua prima statuetta come miglior attrice non protagonista in Kramer contro Kramer; pellicola che fa incetta di premi con cinque Oscar (su 9 candidature), quattro Golden Globe, tre National Society of Film Critics Awards, tre David di Donatello e due premi del National Board of Review.

Nel 1982 conquista l’Oscar per miglior attrice protagonista grazie a La scelta di Sophie. Il terzo Oscar è invece del 2011 per la sua interpretazione di Margaret Thatcher in The Iron Lady. Nei circa trent’anni tra il secondo e il terzo Oscar – vittoria che la rende, insieme a Ingrid Bergman e Frances McDormand, la seconda donna con più premi per la recitazione nella storia degli Oscar, preceduta solamente da Katharine Hepburn (che ne ha conquistati quattro) – la carriera di Meryl Sleep prosegue spedita. Non a caso è l’unica attrice ad essere stata nominata ai premi Oscar per film prodotti in cinque decenni diversi (dagli anni ‘70 agli anni ‘10 del Duemila). 

Negli anni ‘90, però, la carriera di Streep vive un periodo negativo. Secondo quanto riporta la biografa Karen Hollinger la popolarità dell’attrice sarebbe calata a causa della critica che vedeva la sua partecipazione in diverse commedie come il tentativo di trasmettere un’immagine più leggera di Streep, dopo le sue performance in ruoli difficili e drammatici. La stessa attrice ricorda come in quegli anni scegliesse film che si girassero a Los Angeles per stare vicino alla famiglia e perché “quando un’attrice arriva alla metà dei quaranta, nessuno è più interessato a lei e se aggiungi anche un paio di bambini al programma, devi scegliere le tue parti con molta cura”. La pellicola più celebre degli anni ‘90 è I ponti di Madison County (1995) con Clint Eastwood attore e regista del film.

Gli anni Duemila sono eterogenei, passa da The Hours – recitando accanto a Nicole Kidman e Julianne Moore e vincendo, tutte e tre, l’Orso d’argento alla 53ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino per la migliore attrice – alla commedia Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi. Nel 2006 interpreta il ruolo iconico di Miranda Priestly, la direttrice della rivista di moda Runway ne Il diavolo veste Prada. Nel 2008 è Donna Sheridan in Mamma Mia!, il musical che ha incassato di più nella storia del cinema, partecipa al film drammatico Il dubbio e anche nella commedia Julie & Julia

Gli anni ‘10 come anticipato sono gli anni del terzo Oscar, ma anche del film drammatico I segreti di Osage County. Oltre al lavoro Streep nel 2015 è tra le protagoniste, insieme a diversi attivisti e artisti, dell’iniziativa The Global Goals che ha come obiettivo la eliminare la povertà estrema, lottare contro disuguaglianza, ingiustizie e cambiamento climatico per i prossimi 15 anni.

L’attrice non ha mai fatto mancare il suo appoggio a iniziative politiche, ad esempio nel 2024 ha parlato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per denunciare la condizione delle donne afghane e nel 2017, durante la prima presidenza Trump, in un discorso durissimo si è scagliata contro il presidente statunitense. Ricordando quando Trump denigrò imitando il giornalista disabile Serge Kovaleski durante un comizio, Streep disse: «mi ha spezzato il cuore quando l’ho visto, e non riesco a togliermelo dalla testa perché non era in un film, era la vita vera. E questo istinto di umiliare l’altro, quando è impersonato da qualcuno con una visibilità pubblica, qualcuno di potente, arriva nella vita di tutti quanti, perché autorizza altri a comportarsi nello stesso modo. La mancanza di rispetto causa altra mancanza di rispetto, la violenza incita altra violenza, e quando i potenti usano la loro posizione per maltrattare gli altri, perdiamo tutti quanti». Per concludere: «come mi disse una volta la mia amica, la principessa Leia: “prendi il tuo cuore spezzato, fallo diventare arte”».

Quest’ultima frase sembra calzare particolarmente a pennello con Meryl Streep, che ha saputo prendere il suo cuore spezzato dopo la morte del compagno John Cazale e fatto diventare arte. Per aver avuto la sensibilità di farsi spezzare il cuore per molte cause e portarle avanti, attraverso l’arte. 

Perché per essere la persona che ha “perso più di chiunque altro”, devi essere anche la persona che si è messa in gioco, più di chiunque altro.