filomena gallo

Il provvedimento vuole regolare il sistema dell’eutanasia per “arginare ostruzionismi, ritardi e difficoltà”

Sta per vedere la luce la prima proposta di legge regionale sul fine vite. L’Associazione Luca Coscioni ha concordato una bozza con il gruppo consiliare regionale del Pd della Regione Marche.

Il provvedimento sarà unico nel suo genere perché mette a punto un sistema semplificato per accedere alla dolce morte. A partire dalle modalità per individuare chi deve occuparsi dei vari passaggi nel servizio sanitario, fino all’accorciamento delle tempistiche entro le quali un malato che ne ha i requisiti possa essere accompagnato nel percorso.

La proposta, presentata oggi dal capogruppo e primo firmatario Maurizio Mangialardi insieme alla segretaria dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo, approderà nelle prossime settimane in Consiglio regionale.

La legge si compone di cinque articoli. Nel dettaglio, si stabilisce che spetta all’azienda sanitaria verificare la sussistenza dei requisiti del malato che faccia richiesta, entro 10 giorni dalla presentazione dell’istanza.

A quel punto l’azienda sanitaria ha altri cinque giorni per trasmettere le sue relazioni al comitato etico competente, anche lui vincolato a fornire una risposta entro cinque giorni, in modo da informare immediatamente la persona interessata.

Proprio nelle Marche lo scorso 16 giugno si è registrato il primo suicidio assistito, quello di “Mario” (alias di Federico Carboni) di Senigallia. Pur avendo i requisiti per l’eutanasia, Mario aveva dovuto attendere per mesi la relazione del comitato etico della Regione Marche, finendo poi per scegliere la sedazione profonda. Oppure nel caso di Fabio Ridolfi, anch’esso ricorso alla sedazione profonda.

Un caso simile si è verificato con “Antonio”, anch’esso dotato dei requisiti ma in attesa dell’indicazione del farmaco e delle modalità di somministrazione. Ora starebbe valutando la riapertura di una pratica per il suicidio in Svizzera.

Lo scopo ultimo di questa legge sarebbe quindi quello di “arginare ostruzionismi, ritardi e difficoltà” che bloccano il godimento di un diritto sancito anche dalla Corte Costituzionale nella sentenza “Cappato/djFabo”.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI