La foto dei due leader seduti a colloquio durante i funerali di Papa Francesco è già storica. Ma cosa si sono detti?
Ci sono foto che già nel momento in cui vengono scattate sembrano esser destinate a segnare un’epoca. È sicuramente vero per lo scatto che ritrae il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello americano Donald Trump seduti uno di fronte all’altro nella basilica di San Pietro poco prima dei funerali di Papa Francesco.
È stato il primo contatto dopo quello – disastroso – avvenuto alla fine di febbraio nello Studio Ovale della Casa Bianca. 15 minuti in cui i due leader sono sembrati maggiormente bendisposti uno verso l’altro: Trump non pare aver provocato Zelensky come successo alla Casa Bianca e Zelensky non ha alzato la voce, anzi; sui social il leader ucraino ha scritto che “hanno parlato molto” e ha definito lui stesso l’incontro “simbolico, con il potenziale di diventare storico, se raggiungeremo risultati comuni”. Il team di Trump dal canto suo ha dichiarato che il tutto è stato “molto produttivo”.
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Dopo il veloce colloquio, Trump e Zelensky hanno parlato anche con i fautori dell’incontro, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer, e il leader ucraino si è fermato a parlare con i due – separatamente – anche dopo.
Che qualcosa si sia messo in moto sembra evidente anche dalla scelta di parole che Trump ha fatto poco dopo aver lasciato Roma, questo weekend: il presidente Usa ha pubblicato un post sul suo social network, Truth, con toni molto critici nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Trump ha contestato i recenti attacchi missilistici russi contro i civili e ha specificato: “mi fa pensare che forse Putin non vuole far finire la guerra“.
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Trump a Putin: “smetta di sparare e firmi l’accordo”. Il nodo Crimea
Nel frattempo il conflitto in Ucraina è arrivato al 1.160esimo giorno. Trump ha rivolto un nuovo appello a Putin sulla pista dell’aeroporto di Morristown a Bedminster, nel New Jersey, esortandolo a “smettere di sparare”: “voglio che smetta, siediti e firma l’accordo“. Trump ha aggiunto di ritenere che il leader ucraino sia pronto a rinunciare al recupero della Crimea.
Zelensky dal suo canto ha dichiarato: “i russi parlano molto della loro presunta disponibilità ad accettare le proposte americane, ma finora non si è registrato uno stop alle armi da parte dell’esercito russo. Al contrario, nel periodo successivo a Pasqua, l’occupante ha ripreso la sua consueta attività d’assalto – naturalmente, a costo di perdite significative, i russi stanno cercando di avanzare. E ogni giorno di combattimenti sul fronte dimostra chiaramente che la Russia sta davvero cercando di ingannare il mondo, di ingannare l’America e gli altri e di prolungare ulteriormente questa guerra“.
Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha dichiarato che questa sarà “una settimana determinante”: «cercheremo di determinare se tutte e due vogliono veramente la pace e quanto sono ancora vicine o lontane dopo circa 90 giorni di tentativi. È complicato, se fosse stata una guerra facile da far finire sarebbe stata finita da altri tempo fa».
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di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/© Ukraine Presidency/Ukrainian Pre/Planet Pix via ZUMA Press Wire