Con l’assottigliarsi della calotta di ghiaccio aumentano gli avvistamenti da parte degli alpinisti di cadaveri, compreso il relitto di un aereo precipitato nel 1968
Con lo scioglimento dei ghiacciai alpini aumentano sempre più i ritrovamenti di vittime e reperti che tornano alla luce dalla coltre di neve che lentamente lascia spazio al passato. In Svizzera negli ultimi giorni sono stati rinvenuti dei resti umani, oltre a un aereo disperso da 50 anni.
Un primo scheletro è stato rinvenuto nei giorni scorsi da due alpinisti francesi, che mentre scalavano il ghiacciaio di Chessjen nel cantone meridionale del Vallese si sono ritrovati davanti a ossa umane. Lo scheletro è stato rinvenuto vicino a un sentiero in disuso da 10 anni e in modo del tutto casuale – probabilmente i due alpinisti facevano riferimento a una vecchia mappa.
Qualche giorno prima un altro corpo è stato ritrovato sul ghiacciaio Stockji vicino alla località di Zermatt, sul versante nord-occidentale del Monte Cervino. Come riferito da uno degli escursionisti, in questo secondo caso il corpo era vestiti con colori neon, “nello stile degli anni ’80“, mummificato ma “quasi completo“.
In entrambi i casi è ancora in corso l’analisi del Dna e la Polizia sta verificando l’identificazione con un elenco di circa 300 persone disperse nella regione alpina dal 1925. Gli indumenti sembrano comunque smentire i media tedeschi che hanno subito rilanciato l’ipotesi che possa trattarsi del milionario Karl-Erivan Haub della catena di supermercati, scomparso proprio nella regione di Zermatt nel 2018.
Ha lasciato a bocca aperta anche il ritrovamento del relitto di un aereo precipitato sul ghiacciaio dell’Aletsch nel giugno del 1968, vicino alle cime della Jungfrau e del Mönch.
di: Marianna MANCINI