Il calciatore non si scaglia contro l’errore ma contro le modalità impiegate
Non si arrestano le polemiche sulla perquisizione effettuata dalla Polizia nei confronti di Tiemoue Bakayoko. Oggi è lo stesso calciatore del Milan a parlare: «il problema non è l’errore – spiega – ma la metodologia utilizzata».
«Mi sono ritrovato l’arma ad un metro da me e del passeggero – denuncia ancora Bakayoko. – Ci hanno chiaramente messo in pericolo a prescindere dalle ragioni che hanno portato a fare questo. Le conseguenze sarebbero potute essere più gravi se non avessi mantenuto la calma, se non avessi avuto la possibilità di fare il lavoro che faccio ed essere riconosciuto in tempo».
«Perché non mi hanno chiesto i documenti, semplicemente comunicando?» si chiede infine il calciatore, che conclude: «Questo porta a farmi molte domande. Non è accettabile mettere così tanto in pericolo la vita delle persone».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/Twitter / Captain Rossonero