Il leader di centrosinistra Carney riesce a vincere le elezioni in Canada, anche “grazie” a Trump
In Canada è il candidato del Partito Liberale, Mark Carney, ad aver vinto le elezioni.
Il primo ministro uscente è stato riconfermato, secondo le proiezioni, ottenendo il 49% delle preferenze. Lo spoglio è ancora in corso e sembra che il partito di centrosinistra, seppur ottenendo la maggioranza dei voti, non otterrà la maggioranza dei seggi in Parlamento e sarà costretto a un governo di minoranza.

I Conservatori si arrestano al 42% dei voti nonostante i sondaggi, durante la crisi interna al partito Liberale, li avessero premiati. A pesare, sulla sconfitta, è stato anche il diverso atteggiamento dei due partiti nei confronti del presidente statunitense Donald Trump. Dalla sua rielezione l’inquilino della Casa Bianca ha più volte sostenuto l’idea di annettere il Canada rendendolo il 51esimo Stato a stelle e strisce, oltre aver imposto dazi piuttosto pesanti sulle merci canadesi.
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Il governo canadese – a guida Trudeau e poi Carney – non ha piegato la schiena e ha risposto sempre duramente alle uscite di Trump riuscendo a risalire nei sondaggi.

Pierre Poilievre, il candidato conservaotre, aveva inoltre basato la campagna elettorale intorno a tematiche (e slogan) non dissimili dai cavalli di battaglia di Trump con il suo “Canada First” e parole durissime in materia di immigrazione. L’ultimo macigno che il presidente statunitense ha lanciato su Poilievre, seppur senza nominarlo, è stato il messaggio sul social Truth. Trump ha invitato “il grande popolo canadese a votare per l’uomo che ha la forza e la saggezza per far sì che il Canada diventi il cinquantunesimo Stato degli Stati Uniti d’America” ribadendo che in questo modo il Paese vedrebbe dimezzarsi le tasse, aumentare il potere militare e quadruplicata la produzione di auto, acciaio, alluminio, legname, energia e di tutte le altre attività, senza dazi o tasse. Aggiungendo che “l’America non può più sovvenzionare il Canada con le centinaia di miliardi di dollari all’anno che abbiamo speso in passato. Non ha senso a meno che il Canada non diventi Stato americano”.
Un’entrata a gamba tesa che ha provocato reazioni anche tra gli stessi Conservatori, che hanno invitato il leader statunitense a non intromettersi nelle questioni politiche interne canadesi.
Le prime dichiarazioni
Il primo ministro canadese, appresa la notizia della vittoria, ai suoi sostenitori ha dichiarato che il Canada non dovrà dimenticare il “tradimento” degli Stati Uniti. Il 60enne prima di vincere le primarie ha lavorato nella banca d’affari statunitense Goldman Sachs, è stato funzionario del dipartimento canadese delle Finanze e, durante la crisi finanziaria del 2008 aveva diretto la Banca centrale canadese e, negli anni immediatamente successivi alla Brexit, la Banca centrale britannica. La sua esperienza in campo finanziario è stata decisiva per gli elettori, che hanno visto in lui il profilo migliore per combattere la guerra commerciale iniziata dagli States.

Carney a Ottawa, nelle sue prime dichiarazioni dopo la vittoria, ha spiegato che “il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito” perché “il presidente Trump sta cercando di spezzarci per possederci”. Il leader liberale ha assicurato comunque l’apertura al dialogo con il presidente statunitense sostenendo che “quando mi siederò con Trump, saremo pienamente consapevoli di avere molte altre opzioni per costruire prosperità per tutti i canadesi” e che “combatteremo con tutte le nostre forze per ottenere il miglior accordo per il Canada”. Il premier ha poi fatto appello all’unità, “stiamo acquistando prodotti canadesi, stiamo sostenendo i nostri amici e vicini nel mirino del presidente Trump. Vinceremo questa guerra commerciale e costruiremo l’economia più forte del G7” per poi ribadire che “questo è il Canada e noi decidiamo cosa succede qui” assicurando ai suoi supporter che “possiamo dare a noi stessi molto più di quanto gli americani possano mai toglierci. I prossimi giorni e mesi saranno impegnativi e richiederanno sacrifici. Ma condivideremo queste sfide sostenendo i nostri lavoratori”.
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Pierre Poilievre da par sua ha dichiarato di voler sempre mettere “il Canada al primo posto” e che “i Conservatori collaboreranno con il primo ministro e tutti i partiti con l’obiettivo comune di difendere gli interessi del Canada e ottenere un nuovo accordo commerciale che ci lasci alle spalle questi dazi, proteggendo al contempo la nostra sovranità”.
di: Flavia DELL’ERTOLE
foto di copertina: ANSA/Sean Kilpatrick