CENTRODESTRA

Draghi resta al timone per gli affari correnti: inflazione, energia, guerra, Pnrr e Covid

Dopo la crisi di Governo aperta da Giuseppe Conte e il terremoto politico che ne è seguito, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha sciolto le camere e l’Italia è stata chiamata al voto: l’Election Day sarà il 25 settembre.

CAMPAGNA ELETTORALE

È iniziata, pertanto, la campagna elettorale. A dare la prima vera sferzata è Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha parlato di pensioni e sforzo green: «Nel nostro programma c’è l’aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1.000 euro al mese per 13 mensilità, c’è la pensione alle nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa. Poi c’è l’impegno a mettere a dimora, a piantare ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio nazionale».

Silvio Berlusconi si candiderà certamente al Senato, come riferisce il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, che in merito alla possibilità che il Cavaliere torni premier aggiunge: “deciderà lui, per noi può fare qualsiasi cosa”. Intanto il leader di Forza Italia e Giorgia Meloni si sono incontrati a Roma e hanno convenuto sulla necessità di lavorare alla convocazione di un vertice del centrodestra, d’accordo anche con Matteo Salvini, durante il quale confrontarsi sui nodi politici dopo lo scioglimento delle Camere.

Per il momento poche notizie dal Pd che si è staccato dal M5S.

LE ELEZIONI

Questa tornata elettorale sarà caratterizzata da alcune novità. Intanto, si eleggeranno meno parlamentari: 400 alla Camera e 200 al Senato per un totale di 600 invece dei 945 delle scorse legislature; inoltre tutti riceveranno due schede, anche i 18enni, perché è caduto il limite dei 25 anni per partecipare alle elezioni del Senato.

La nuova legislatura inizierà il 13 ottobre, giorno di insediamento delle nuove Camere.

Le date, come da procedure, sono state fissata da un decreto licenziato nella serata di giovedì dal Governo e che il presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese hanno portato al Quirinale per la firma del presidente Sergio Mattarella.

LE REAZIONI

Nel frattempo, rimane alla guida del Paese Mario Draghi. Il premier dimissionario non è mai stato sfiduciato e Mattarella lo ha pertanto lasciato in carica per sbrigare “gli affari correnti”: vale a dire Pnrr, inflazione, guerra, covid, energia.

Silvio Berlusconi ha dichiarato di essere “sconcertato” dalle dimissioni di Draghi. «Sono nate situazione insostenibile creata dal M5s col ritiro della fiducia al governo, il primo a essere sconcertato sono io – ha detto. – È stato lo stesso premier a scegliere la strada che conduce alle elezioni evitando di sostituire i ministri e i sottosegretari grillini, espressione di una forza politica che si era chiamata fuori. Adesso dal voto uscirà una maggioranza chiara e definita di centrodestra. I nostri alleati si aspettano credibilità e stabilità e saremo noi a garantirla».

Dalle colonne del Corriere della Sera arriva la replica indiretta di Draghi: «non sono stanco e non ho colto la palla al balzo – sarebbe stato il suo commento alle affermazioni di Berlusconi. – E non è vero che il presidente Mattarella ce l’abbia con me, perché abbiamo condiviso ogni scelta, passo dopo passo» aggiunge. L’ex premier sarebbe stato messo alle strette per formare un “Governo bis senza i 5S” che però sarebbe stato “destinato a durare un giorno“.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato che si sta delineando “un’area di unità nazionale che si contrappone sicuramente a Conte e a Salvini ma anche a una destra che ha scommesso per far cadere questo Governo”.

«Sicuramente oggi Giorgia Meloni è leader del partito che ha maggiori consensi all’interno della coalizione di destra. – Ha commentato la ministra Gelmini. – Chiaro che mi preoccupa, pur avendo stima per lei, quale può essere il programma di un Presidente del Consiglio che, ad oggi, non ha votato il PNRR e che anche sul fronte dell’Europa ha posizioni molto distanti perché c’è stato un tempo in cui l’Europa era l’Europa dei burocrati, dopodiché abbiamo visto che con il Covid l’Europa è stata decisiva nel salvare i Paesi, nel fare i piani di vaccinazione, così come è decisiva oggi nel concedere all’Italia 200 miliardi di euro. Credo che la coalizione di destra sommi molte contraddizioni e saranno gli elettori a decidere. Confermo stima personale nei confronti di Giorgia Meloni ma preoccupazione per quelli che sono i propri programmi politici molto distanti dall’Europa e dall’agenda Draghi. Senza riforme, senza investimenti nelle grandi infrastrutture, sull’energia, questo Paese è destinato alla decrescita. Credo che su questo si debba fare chiarezza a partire dal rigassificatore di Piombino. Quel rigassificatore deve vedere il sostegno del Presidente della regione e anche quello del sindaco di Piombino. Se non lo mettiamo siamo in emergenza, vuol dire che dobbiamo razionare l’energia».

Dopo Gelmini, Brunetta e Carfagna, anche Andrea Cangini ha deciso di lasciare Forza Italia per aderire ad Azione, il partito di Carlo Calenda.

«All’Italia serve un politica realista, competente, coraggiosa. Per questo – ha dichiarato Cangini – preso atto della demagogia dilagante, ho deciso di aderire ad Azione e aiutare Carlo Calenda a costruire un polo liberale che non si limiti a denunciare i problemi, ma sia anche capace di indicare soluzioni ragionevoli».

di: Micaela FERRARO

aggiornamento di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI