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Raggiunto l’accordo di un cessate il fuoco tra Israele e la Jihad islamica, con la mediazione dell’Egitto. Nonostante questo continuano i raid

È entrato in vigore il cessate il fuoco a Gaza concordato da Israele e la Jihad islamica.

La notizia è stata confermata anche da Tel Aviv, che ha però minacciato di colpire “con forza” se la tregua dovesse essere infranta.

Nonostante questo, sono proseguiti i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza e i raid israeliani. Lo ha riferito l’esercito di Tel Aviv, precisando di aver colpito “un ampio numero” di obiettivi della Jihad a Gaza. Poco dopo l’inizio della tregua, nel sud di Israele sono scattate le sirene d’allarme.

Nel frattempo si è tenuto un incontro ta il premier israeliano Yair Lapid, il ministro della Difesa di Tel Aviv Benny Gantz, il capo del Mossad David Barnea e il consigliere per la sicurezza nazionale Eyal Hulata.

Prima della tregua nella Striscia di Gaza 11 palestinesi, tra i quali alcuni bambini, sono rimasti uccisi in tre attacchi distinti dell’aviazione israeliana. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Maan.

Un raid nella zona di Faluja ha causato cinque morti, mentre altre tre persone sono decedute nell’attacco a un’auto, vicino allo svincolo Samer in Al Wahda Street a Gaza. Il bombardamento di una casa ad al-Bureij ha provocato la morte di altre tre persone.

Secondo il ministero della Sanità palestinese, dall’inizio dell’operazione israeliana Breaking Dawn sarebbero morte 36 persone e 311 sarebbero rimaste ferite. Non è chiaro, però, se il bilancio includa anche le ultime vittime.

di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/EPA/ATEF SAFADI