Previsti oggi gli interrogatori di Sempio e del fratello di Chiara. Sentito anche Stasi
Doveva essere il giorno della verità, anzi delle verità a Garlasco. Erano in programma, oggi 20 maggio, gli interrogatori della Procura nei confronti di Andrea Sempio, Marco Poggi, fratello di Chiara, e Alberto Stasi, sentito come “testimone assistito”. A sorpresa però Sempio, l’unico indagato nel nuovo filone d’indagine, non si è presentato davanti ai pm.
Una dei legali di Sempio, Angela Taccia, ha postato un messaggio sibillino che potrebbe nascondere la spiegazione dell’assenza del suo assistito: «Guerra dura senza paura. Codice di procedura penale noi ti amiamo» recita il post, che potrebbe alludere a un errore procedurale nella notifica di comparizione.
Ripercorri la riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi
Nel quadro che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire, gli interrogatori seguono le ricerche e il conseguente reperimento di alcuni strumenti nel canale Tromello, ma soprattutto l’incidente probatorio, atteso per capire eventuali e nuovi riscontri genetici sul corpo della vittima e nell’abitazione in cui è stata trovata, dall’allora fidanzato Stasi, nel 2007. Pare che la pista seguita dagli inquirenti punti a scardinare la parte di sentenza che attribuisce ad una persona sola (Stasi) l’omicidio di Poggi, suggerendo invece che più persone abbiano preso parte al delitto. Gli interrogatori, anche per questo motivo, si svolgeranno in simultanea.

Impronte e DNA: le nuove piste sul delitto di Garlasco
Partiamo dai riscontri genetici richiesti dalla GIP di Pavia, in totale 7 quesiti da sviluppare nell’incidente probatorio. Tra le persone sottoposte a test c’è Andrea Sempio, al momento l’unico indagato nel nuovo filone, ma anche persone non indagate che frequentavano casa Poggi.
Tra queste ci sono innanzitutto tre carabinieri e un paio di soccorritori accorsi quella mattina nella villetta. Si sottoporranno ad analisi anche le cugine di Chiara, le gemelle Paola e Stefania Cappa, un amico di Stasi (Marco Panzarasa) e tre amici del fratello di Chiara (tra cui anche Mattia Capra e Roberto Freddi).
Dove sono stati rinvenuti i nuovi campioni di DNA? Passeranno al vaglio innanzitutto le tracce di due individui maschili trovate sotto le unghie di Chiara (i genetisti dovranno verificare la possibilità di utilizzare questi reperti parziali, fino ad oggi giudicati non utilizzabili dagli esperti).

Ci sono poi potenziali tracce anche su alcuni oggetti trovati in casa e mai analizzati, a partire da alcuni rifiuti (tra cui la confezione di Fruttolo, il brick di Estathé, un piattino di plastica). Altro oggetto all’attenzione dei genetisti, il tappetino del bagno sul quale è stata trovata ma mai identificata un’impronta insanguinata.
Per avere delle risposte bisognerà attendere l’udienza fissata per il 24 ottobre.
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Sempio: cosa non torna
Riguardo Sempio, tra gli elementi che non convincono gli inquirenti c’è innanzitutto il biglietto del parcheggio, l’alibi che lo colloca a Vigevano durante le ore del delitto. Il ticket è stato trovato dalla famiglia Sempio una settimana dopo l’omicidio, ma è poi stato consegnato alle autorità solo un anno dopo.

C’è poi la questione delle telefonate. Nei giorni precedenti al delitto, Sempio avrebbe effettuato tre chiamate verso il numero fisso di casa Poggi, tutte brevissime. Sempio ha spiegato di aver chiamato per sapere se il suo amico Marco, il fratello di Chiara, fosse in casa. I due però erano amici e gli inquirenti non credono che lui non sapesse che Marco si trovava in montagna con i genitori.
I messaggi delle gemelle
C’è poi la questione dei messaggi delle gemelle Cappa. Pare che gli inquirenti stiano vagliando anche una serie di scambi delle sorelle, tra cui il famoso passaggio attribuito a Paola in cui le due “ammetterebbero” di aver “incastrato Stasi“. Il contenuto dei messaggi (divulgato dal settimanale Giallo, protagonista per questo di alcune controversie editoriali) sarebbe ripreso anche da una serie di audio in possesso di Francesco Chiesa Soprani, manager dello spettacolo, che però dichiara di non averli ancora depositati in Procura.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ FABRIZIO CASSINELLI