I legali affermano che: “la qualificazione giuridica di quanto gli è stato contestato da parte degli Ermellini non era prevedibile alla luce della giurisprudenza nazionale esistente al momento dei fatti”
Alfredo Cospito ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti umani.
Nell’appello, il detenuto afferma che “è stato violato il suo diritto a non essere condannato per un crimine che al momento in cui è stato commesso non costituiva un reato in base alla legge italiana”. L’anarchico s’appella alla sentenza 38184/22 della Corte di Cassazione. Secondo i suoi legali la qualificazione giuridica di quanto gli è stato contestato da parte degli Ermellini non era prevedibile alla luce della giurisprudenza nazionale esistente al momento dei fatti.
«Non siamo in grado di commentare singoli casi o norme specifiche a livello nazionale in questo contesto – è il primo commento di una fonte Ue a LaPresse. – Le questioni relative al trattenimento sono principalmente di competenza degli Stati membri». La fonte ricorda le raccomandazioni avanzate lo scorso dicembre, che “stabiliscono misure standard minime, alcune delle quali sono già presentate in diversi strumenti, come l’utilizzo della custodia cautelare come misura di ultima istanza e l’introduzione di revisioni periodiche ove giustificato; stabilire standard minimi per le dimensioni delle celle, il tempo all’aperto e le condizioni nutrizionali e sanitarie, nonché iniziative in ottica di reinserimento e riabilitazione sociale“.
L’anarchico è in sciopero della fame da oltre 4 mesi contro il 41bis. Nel frattempo si attende per il 18 aprile l’udienza per sapere se è condannato all’ergastolo oppure a una pena tra i 21 e i 24 anni: sarà su questo che si pronuncerà la Corte costituzionale.
di: Alice GEMMA
FOTO: ANSA/LUCA ZENNARO