ANSA/LUCA ZENNARO

Ergastolo, o 24 anni: questo si potrebbe decidere dalla pronuncia della Corte Costituzionale

La condanna all’ergastolo oppure a una pena tra i 21 e i 24 anni: sarà questo l’effetto pratico che si attende dalla pronuncia che la Corte costituzionale dovrà prendere nell’udienza fissata per il 18 aprile sul caso di Alfredo Cospito.

Tempi accelerati rispetto al consueto ritmo di lavoro della corte, sui quali pesa però l’incognita delle condizioni di salute dell’anarchico, deciso a proseguire nel rifiuto del cibo che ormai porta avanti da 140 giorni. «Ha perso ulteriormente peso, da questo punto di vista la situazione si sta facendo grave» ha reso noto il medico consulente di parte, Andrea Crosignani, che ha visitato il suo paziente nuovamente ricoverato all’Ospedale San Paolo. «È lucido e assolutamente determinato ad andare avanti con lo sciopero della fame rifiutando il potassio ma l’ho informato dei rischi che corre» ha riferito il dottore all’avvocato Flavio Rossi Albertini.

Contro la conferma del 41bis, cui è seguito il nuovo rifiuto ad alimentarsi e a prendere integratori dell’anarchico, si è scatenata la protesta degli anarchici. Ora il Csm si appresta a introdurre nuove misure a difesa dei giudici e di tutti gli altri magistrati che si sono occupati del caso Cospito e per questo sono stati destinatari di minacce o oggetto di “denigrazione” e “delegittimazione“: tra queste anche una pratica di censura, rivolta anche alle parole pronunciate dai legali di Cospito e dal senatore Luigi Manconi a commento della sentenza. 

di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA/LUCA ZENNARO