In seguito all’azione legale del Codacons contro la Balocco e Chiara Ferragni
Dopo la multa dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta sul pandoro di beneficenza Balocco, il Codacons aveva annunciato la presentazione di un esposto per il “possibile reato di truffa aggravata e darà inizio ad “un’azione legale contro la Balocco e Chiara Ferragni, chiedendo ai due soggetti di rimborsare il costo del pandoro a tutti i consumatori che hanno aderito all’iniziativa di solidarietà”.
A seguito dell’esposto (avanzato anche da Assourt), la Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine. Al momento il fascicolo è senza ipotesi di reato né indagati. Indaga la guardia di Finanza.
L’esposto del Codacons
Il Codacons ha annunciato per lunedì 18 dicembre la “presentazione di un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust”. Chiara Ferragni quindo potrebbe essere chiamata “a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato’”. Consumatori che, sottolinea Codacons, “in presenza di scontrini o documentazione attestante l’acquisto, possono avvalersi dell’associazione dei consumatori (inviando una mail all’indirizzo [email protected] ) per intentare causa all’influencer”.
A motivare l’azione legale, secondo l’associazione “è il gravissimo contenuto del provvedimento dell’Autorità per la concorrenza che ha portato alla sanzione milionaria per Ferragni”. Nel testo della decisione dell’Autorità ci sono alcuni passaggi chiave, come quello dove si spiega che “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro […] In tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del ‘Pandoro PinkChristmas’ vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro ‘griffato’ e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della signora Chiara Ferragni”.
“C’è poi la mail interna di un dipendente Balocco – prosegue il Codacons – dove si afferma ‘Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante“. “C’è la questione economica del rincaro del prezzo del pandoro ‘griffato Ferragni’ a danno dei consumatori, con la confezione che passa da 3,68 euro a 9,37 euro, differenza che, ‘non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del Pandoro griffato fosse incluso un contributo alla citata donazione. Riteniamo gravissimo – aggiunge il Codacons – sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private. Una campagna, quella di Balocco e Ferragni, che potrebbe aver ingannato la buona fede dei consumatori, modificando le loro scelte economiche e portandoli a spendere soldi nell’errata convinzione che il ricavato delle vendite sarebbe andato a una struttura sanitaria”.
La risposta di Ferragni
Arriva il 18 dicembre la risposta dell’imprenditrice: «sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene. Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia. Questo è quello che insegniamo ai nostri figli. Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro. Ed è quello che voglio fare ora. Chiedere scusa e dare concretezza a questo mio gesto: devolverò 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini. Ma non basta: lo faccio pubblicamente perché mi sono resa conto di aver commesso un errore di comunicazione. Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficienza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali. Perché anche se il fine ultimo è buono, se non c’è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione, può ingenerare equivoci». Ferragni ha poi confermato che intende impugnare il provvedimento ritenuto “sproporzionato e ingiusto” e aggiunge che “il mio errore in buona fede è stato legare con la comunicazione una attività commerciale e una di solidarietà. Purtroppo si può sbagliare, mi spiace averlo fatto e mi rendo conto che avrei potuto vigilare meglio. Ma, se la sanzione definitiva dovesse essere, come spero, inferiore a quella decisa dall’Agcm, la differenza verrà aggiunta al milione di euro. Nei prossimi giorni parlerò con il Regina Margherita per capire come l’ospedale utilizzerà la somma da me donata e vi racconterò periodicamente gli aggiornamenti. Il mio errore rimane ma voglio far si che da questo errore si generi qualcosa di costruttivo e di positivo“.
di: Alice GEMMA
aggiornamento di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/MATTEO CORNER