Un razzo ucraino avrebbe colpito e incendiato la fregata russa Ammiraglio Makarov, il Cremlino smentisce
Mentre sono ancora in corso le evacuazioni dalla città assediata di Mariupol (leggi qui), sul fronte ormai arcinoto dell’acciaieria Azovstal imperversano i combattimenti.
«La situazione nell’acciaieria è ora critica – ha riferito alla Bbc uno dei soldati ucraini asserragliati nel complesso – È stata critica a lungo e ora sta peggiorando». Al momento ci sarebbero ancora civili nei rifugi antiaerei e “ultimamente, dopo un pesante bombardamento sono morti due civili e penso 10 feriti». Quanto alle vittime totali dell’assedio, Vershynin spiega che “ora non abbiamo informazioni su quanti civili sono stati uccisi perché non riusciamo ad uscire e raggiungere i bunker in cui si trovano“.
Il battaglione Azov riferisce su Telegram che “durante il cessate il fuoco nel territorio dell’acciaieria Azovstal le truppe russe hanno sparato su un’auto che stava trasportando dei civili per evacuarli dalla fabbrica. Un soldato è stato ucciso e ci sono 6 feriti“.
Si apprende anche che un razzo ucraino Neptune avrebbe colpito una fregata russa Petrel 11356R, nota come Ammiraglio Makarov, che al momento starebbe bruciando vicino a Snake Island, nel Mar Nero. «I russi hanno perso una nave» rivendicano i dati aggiornati dello Stato maggiore ucraino. Commentando la notizia, il Cremlino ha però dichiarato di non avere informazioni sul presunto attacco.
Intanto si aggiornano le statistiche ufficiali sulle persone che hanno lasciato la Russia dopo lo scoppio della guerra: nel primo trimestre del 2022 circa 3,8 milioni di persone sono uscite dal Paese, dirigendosi principalmente verso Georgia, Turchia, Kazakistan e Finlandia. Si tratterebbe, secondo il Guardian che riporta i dati, di persone che si oppongono al regime di Putin.
C’è poi grande attesa per il 9 maggio: la data, che celebra la vittoria dell’Armata Rossa sui nazisti durante la Seconda guerra mondiale, era stata inizialmente indicata come “Giornata della vittoria” dell’esercito russo a Mariupol, dove si sarebbero svolte delle vere e proprie celebrazioni.
Oggi è arrivata la smentita del portavoce del Cremlino Peskov, secondo cui non ci sarebbero ancora le condizioni per celebrare la conquista dell’acciaieria.
Intanto, i media ucraini rilanciano le accuse che Putin potrebbe annunciare proprio in quella data “l’annessione dei territori temporaneamente occupati nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia“. Lo riferisce il consigliere del ministro degli Affari interni ucraino Denisenko, secondo cui i cittadini ucraini dovrebbero prestare “particolare attenzione agli allarmi dell’8 e 9 maggio: in questi giorni, gli occupanti russi possono organizzare massicci bombardamenti di vari insediamenti per aumentare il terrore della popolazione civile“.
Contrariamente a quanto affermato da Denisenko, però, i comandi militari ucraini hanno dichiarato di non avere intenzione di introdurre un coprifuoco nella regione di Kiev tra domenica e lunedì.
Nel pomeriggio il presidente Zelensky è tornato a parlare dell’assedio di Mariupol “torturata a morte“. «Tanta disumanità e crudeltà è il modo in cui l’esercito russo tratta le persone – ha raccontato il presidente rivolgendosi al think tank londinese Chatham House – la morte non viene causata dalla guerra, da un evento militare. Qui le persone sono state torturate a morte. Questo è terrorismo e odio».
Il Servizio di Sicurezza ucraino Sbu ha dichiarato di aver catturato 11 cecchini russi nella regione di Kharkiv, appartenenti al 115esimo reggimento Dnr.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/FERMO IMMAGINE UKRINFORM