Dopo l’appello lanciato ieri dall’associazione Luca Coscioni, il Comitato dell’Asur Marche ha confermato che il 41enne, paraplegico da 18 anni, rientra nei parametri per l’applicazione della sentenza della Consulta
L’appello lanciato ieri da Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano (Pesaro Urbino) che ha invocato le procedure sanitarie per il suicidio medicalmente assistito (qui la sua storia), è stato raccolto dal Comitato Etico Regione Marche, secondo cui il paziente “rientra nei parametri stabiliti dalla Consulta nella sentenza Cappato-Dj Fabo per potere accedere all’aiuto medico alla morte“.
La notizia è stata resa nota dall’associazione Luca Coscioni. Fabio sarebbe il secondo italiano dopo “Mario”, il 43enne paraplegico anch’esso marchigiano, ad ottenere il via libera per il suicidio medicalmente assistito.
A quanto si apprende, il parere positivo sarebbe stato emesso già l’8 aprile ma Fabio lo avrebbe appreso solo dopo l’appello lanciato ieri sui media.
«Nonostante ripetuti solleciti – incalza l’associazione – qualcuno in Asur Marche aveva ‘dimenticato’, per 40 giorni, di comunicarlo a Fabio Ridolfi».
«È inaccettabile che lo Stato italiano, e nello specifico la Regione Marche, abbia tenuto nel cassetto per 40 giorni un documento di tale rilevanza ed urgenza» commenta ancora Filomena Gallo, segretario dell’associazione. Il documento rilasciato dall’azienda sanitaria sarebbe anche “incompleto, perché nulla dice sulle modalità di attuazione e sul farmaco da usare affinché la volontà di Fabio possa finalmente essere rispettata“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ DANIELE CAROTTI