Il ministro D’Incà presenta in commissione il Libro bianco “Per la partecipazione dei cittadini: come ridurre l’astensionismo e favorire la partecipazione al voto”
Mentre le campagne elettorali impazzano, parte il conto alla rovescia per l’Election Day, l’appuntamento alle urne che vedrà i cittadini aventi diritto votare per le elezioni amministrative e i referendum approvati dalla Consulta.
In vista del prossimo 12 giugno, tuttavia, due sono i temi scottanti: il voto all’estero e l’astensionismo. A tal proposito si sono espressi i ministri degli Esteri e dei rapporti con il Parlamento, Luigi Di Maio e Federico D’Incà.
«Il voto all’estero – dichiara il titolare della Farnesina in audizione oggi alla Giunta delle elezioni di Montecitorio – ha rappresentato un’importantissima conquista per i concittadini che vivono fuori dal nostro Paese e come tale va tutelato, “messo in sicurezza” e adattato in base al mutare delle circostanze nel tempo. Proprio per preservare l’importanza della partecipazione democratica e proteggere da interferenze esterne un diritto tutelato costituzionalmente, occorre avere il coraggio di perseguire soluzioni e riforme adeguate e al passo con i tempi».
D’Incà, invece, ha illustrato alla commissione Affari costituzionali alla Camera i contenuti del Libro bianco Per la partecipazione dei cittadini: come ridurre l’astensionismo e favorire la partecipazione al voto, elaborato da una Commissione di esperti istituita dallo stesso ministro.
Il Libro bianco vuole proporre una serie di soluzioni che “hanno la finalità di semplificare e di agevolare la partecipazione di oltre 9 milioni di cittadini, che rappresentano circa il 20% del corpo elettorale“.
«Accanto all’astensionismo di protesta (stimato in circa il 15-20% degli elettori nelle elezioni europee, in cui l’astensionismo è stato del 45,5%) o di indifferenza nei confronti della politica (stimato nelle stesse elezioni europee in circa il 10-15% degli elettori) – ha spiegato il ministro, – il lavoro di analisi condotto dalla Commissione ha evidenziato una componente molto rilevante di astensionismo cosiddetto involontario stimato nel 16-18% degli elettori. L’astensionismo involontario non dipende da una decisione di natura politica dell’elettore di non partecipare al voto ma è dovuto più propriamente alla difficoltà materiale di recarsi alle urne a causa di impedimenti di vario genere. Pensiamo, ad esempio, agli anziani con difficoltà motorie, ai malati in casa, alle persone con gravi disabilità e anche agli elettori impossibilitati a votare a causa di soggiorni temporanei fuori dal comune di residenza per motivi di lavoro, studio, vacanza o per altre ragioni» – ha aggiunto.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA