Infanzia a rischio dove guerre, conflitti, crisi alimentare, eventi meteorologici estremi la fanno da padrone
Conflitti, eventi catastrofici e meteorologici estremi: a pagare il conto sono sempre i bambini. È questa la verità portata in luce dalle associazioni umanitarie, in primis l’Unicef, che restano sul campo quando l’emergenza passa in secondo piano.
L’ultimo terribile disastro è stato il passaggio del ciclone Mocha che ha colpito il Bangladesh e il Myanmar lo scorso 14 maggio, Paesi in cui le condizioni di vita “difficili” si sono trasformate in “disastrose”. Ma non si può non considerare, ad esempio, anche il terremoto che lo scorso febbraio ha colpito la Turchia e la Siria.
In Siria, ad esempio, si stima che 51 mila bambini sotto i cinque anni soffrano di malnutrizione da moderata ad acuta grave e che 76 mila donne in gravidanza e allattamento abbiano bisogno di cure per la malnutrizione acuta. Ancora, il forte sisma ha danneggiato le strutture idriche e fognarie esponendo 6,5 milioni di persone a malattie trasmesse tramite l’acqua.
Le difficili condizioni economiche, inoltre, in Siria come in Turchia, espongono i bambini a violenza, lavoro minorile e matrimonio precoce, tutto a discapito della loro istruzione.
I numeri forniti mostrano un quadro preoccupante dove l’infanzia è messa sempre più a rischio: prova che, spenti i riflettori, il duro lavoro delle associazioni resta.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/UFFICIO STAMPA UNICEF