Formalmente l’app assegnava ai fattorini dei rimborsi, mentre il compenso rimaneva fermo a tre euro netti a consegna

Via al processo milanese a carico dell’ex manager di Uber Italy Gloria Bresciani, poi sospesa, accusata di caporalato. Nell’udienza รจ stato sentito come primo testimone dell’accusa un investigatore delle Fiamme gialle di Milano, che ha ricostruito le modalitร  di lavoro dei fattorini della multinazionale.

ยซSi faceva leva sulle condizioni dei rider, che provenivano da situazioni disagiate, erano richiedenti asilo per motivi politici e dovevano sottoscrivere queste condizioni degradanti di lavoro, erano sottopagati e ricevevano dalle societร  intermediarie tre euro netti a consegnaยป ha dichiarato il testimone davanti al pm Paolo Storari, che guida l’inchiesta.

Secondo quanto riferito dall’investigatore, i rider “sottoscrivevano una scheda in cui c’era scritto che gli importi che comparivano sull’applicazione” di Uber Eats sulle consegne “erano errati“.

Sull’app dunque “venivano visualizzati anche i rimborsi forfettari chilometrici e i bonus applicabili per le condizioni climatiche“, nonostante ai rider venisse detto dai responsabili delle societร  intermediarie (Frc e Flash Road City) che “avrebbero percepito sempre e comunque tre euro a consegna“.

A seguito dell’inchiesta nel maggio del 2020 la filiale italiana di Uber era finita in amministrazione giudiziaria, poi revocata un anno dopo a seguito del riconoscimento del percorso “virtuoso” intrapreso dalla societร .

Nelle prossime udienze del dibattimento verrร  ascoltato anche un fattorino, cosรฌ come richiesto dalla Cgil che si รจ costituita parte civile insieme alla Camera del Lavoro di Milano.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO