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È in corso la telefonata tra i due presidenti, dopo il briefing di ieri sera tra il capo USA e i volenterosi europei, cui si è aggiunta Meloni

Oltre due ore di telefonata tra Putin e Trump per parlare di guerra in Ucraina, ma non solo. Prima di sentire il suo omologo russo, il presidente USA ha sentito anche Zelensky.

La telefonata avviene nello stesso giorno in cui la Procura generale russa ha bandito dal Paese Amnesty International, giudicando le sue attività “indesiderate sul territorio“.

Secondo JD Vance, Trump avrebbe chiesto a Putin se è serio” nelle trattative, dato che “c’è un po’ di stallo qui“. Pare inoltre che il presidente USA si sia detto aperto anche a un faccia a faccia con Putin, anche se, come precisa a stretto giro il portavoce del Cremlino Peskov, il vertice “non è in questo momento in preparazione“. Al momento, Trump non avrebbe escluso nemmeno “sanzioni secondarie” nei confronti della Russia, “un’opzione che rimane sul tavolo” come ha precisato la speaker della Casa Bianca Karoline Leavitt.

Poster di Trump sulla facciata del Dipartimento USA dell’Agricoltura (ANSAEPA/JIM LO SCALZO)

Come spesso accade, non è facile comprendere se la telefonata sia stata effettivamente efficace. Le dichiarazioni di Trump, più ottimistiche, promettono l’avvio “immediatamente” di negoziati per un cessate il fuoco, mentre come sempre le reazioni della parte russa sono più pacate e paiono meno concrete. L’unico (fumoso) progresso strappato al presidente russo sembra essere la promessa di riaprire un canale comunicativo con Kiev, allo scopo di porre basi per potenziali trattative future.

Si apre uno spiraglio su un possibile incontro di persona tra i due. L’appuntamento non ha ancora una data, si terrà “in futuro” e “dovrà essere preparato con cura“, come ha precisato con cautela il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov, chiarendo che i leader “devono concordare i dettagli e non hanno ancora indicato una possibile sede“.

Fermento in Europa

Questa notte Trump ha avuto un nuovo briefing con i volenterosi Macron, Merz, Starmer e, in questo caso, anche Giorgia Meloni, che non aveva preso parte ai precedenti. La premier, in occasione dell’intronizzazione di Papa Leone XIV, ha anche favorito un incontro (anche se non il loro primo incontro, come ha voluto rivendicare) tra Ursula Von der Leyen e JD Vance. Lo stesso Merz, sabato, è stato ricevuto a Palazzo Chigi per rinsaldare un asse cooperativo tra i due Paesi, tornati in sintonia dopo l’addio di Scholz.

L’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni, la presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, il vicepresidente USA JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio (ANSA/EPA/FILIPPO ATTILI / CHIGI PALACE PRESS OFFICE)

Ha poi preso la parola per tutti i 27 il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa: «attendiamo con ansia il risultato della telefonata» e “sosteniamo gli sforzi del presidente Trump“.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/MAXIM SHIPENKOV