Le violenze a margine della manifestazione dopo la morte dei due studenti impegnati nell’alternanza scuola-lavoro

Sono 11 le misure cautelari che la Disos di Torino sta eseguendo in merito all’assalto dell’Unione Industriali durante la manifestazione studentesca del 18 febbraio scorso.

Tra gli 11 interessati, militanti del centro sociale Askatasuna e di altri collettivi, tre andranno in carcere, quattro ai domiciliari e altri quattro avranno obbligo di firma. Le accuse contestate vanno da violenza e resistenza a lesioni aggravate.

Da quanto emerge dalle indagini, gli 11 militanti hanno cercato di fare irruzione nella sede di via Vela con bastoni, petardi e lanciando oggetti. Dopo il lancio di uova e vernice contro il palazzo i manifestanti avrebbero tentato di forzare la porta i ingresso per accedere agli uffici, tentativo sventato dalle forze dell’ordine.

Il tentativo di assalto è avvenuto durante la manifestazione in seguito alla morte dei due giovani Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci impegnati nel progetto di alternanza scuola-lavoro. Durante il corteo ci furono scontri con le forze dell’ordine e 6 carabinieri rimasero feriti, insieme a un funzionario della polizia. Tra gli arrestati c’è anche il manifestante che con un bastone ferì il vicecommissario della polizia.

Secondo il gip l’intenzione dei violenti era quella di strumentalizzare una questione di alto valore simbolico caricando le forze dell’ordine e non si trattò, quindi, del legittimo esercizio del diritto di manifestare il proprio pensiero, dunque, o di esprimere anche con toni accesi la propria posizione su una questione di importante attualità, ma “un semplice esercizio di violenza gratuita fine soltanto a se stessa“.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO