Almeno duemila vittime per il terremoto in Myanmar, dichiarato lo stato di emergenza. Il Paese è in ginocchio
Tragedia in Myanmar: un terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito la zona a nord-ovest della città di Sagaing ed è stata seguita pochi minuti dopo da una scossa di assestamento di 6.4.
La giunta militare del Myanmar – attualmente in guerra civile e quindi con diverse aree del Paese difficilmente accessibili – ha dichiarato lo stato di emergenza nelle sei regioni più colpite. Sono stati diramati avvisi di aiuto alla comunità internazionale. Il terremoto ha causato il crollo di grattacieli, edifici, la distruzione di diverse strade e il famoso ponte Ava è collassato.
Colpite Sagaing, Mandalay, Kyaukse, Pyin Oo Lwin e Shwebo. Chiusi gli aeroporti e cancellati i voli. Si parla di migliaia di morti. Un edificio di 30 piani in costruzione è crollato a Bangkok e ha sepolto vivi decine di operai, 81, secondo il vicepremier Phumtham Wechayachai. Ma il peggio si teme in Myanmar: sul sito web dell’US Geological Survey – servizio geologico degli Stati Uniti – si legge che “sono probabili numerose vittime e danni ingenti e che il disastro sia molto diffuso“. Secondo Sky News Uk è “probabile che il numero dei morti sia nell’ordine delle migliaia“.
Le scosse sono state sentite anche in Cina, Cambogia, Bangladesh e India.





A poche ore dal terremoto in Myanmar, dopo circa 12 scosse di assestamento registrate, la premier thailandese Paetongtarn Shinawatra ha rassicurato le persone: “è sicuro per tutti tornare nelle proprie abitazioni. Gli edifici con problemi sono quelli in costruzione, dove sia l’integrità strutturale che la stabilità delle pareti sono preoccupazioni. Vogliamo rassicurare il pubblico che le scosse di assestamento successive a questo evento non rappresenteranno una minaccia significativa. I residenti degli edifici alti che hanno subito danni minori possono tornare in sicurezza nelle loro abitazioni“.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA