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Mentre Giorgia Meloni forma il governo in silenzio istituzionale, Lega e Forza Italia guardano a componenti e sfide. Da Berlino pronti a collaborare

Il centrodestra è unito e in salute. Ci tengono a ricordalo i suoi componenti, in primis Matteo Salvini. «Sento o vedo tutti i giorni gli amici Giorgia e Silvio: il clima è ottimo, abbiamo la determinazione necessaria per affrontare le emergenze del Paese a partire dal caro bollette – dice il leader della Lega. – La sinistra e i suoi giornali si rassegnino: il centrodestra ha vinto le elezioni e in tempi velocissimi nascerà un esecutivo all’altezza delle aspettative degli elettori che porterà anni di buon governo. La Lega ha le idee chiare su cosa fare e sulla futura squadra, donne e uomini che daranno il massimo».

Berlino: “pronti a collaborare con Italia”

L’amicizia tra Germania e Italia è “profonda” e “così resterà“: ad affermarlo è il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Schoz, Steffen Hebestreit, sottolineando che il governo tedesco è “complessivamente pronto a collaborare con i governi dei Paesi partner“. «Il cancelliere ha detto che le italiane e gli italiani sono chiaramente europeisti, e il presidente anche», ha aggiunto il portavoce.

«Non vedo alcun esplosivo. Il mio consiglio è contare sul fatto che anche il futuro governo italiano si atterrà alle regole europee, che ci siamo dati insieme» , ha aggiunto Scholz in un’intervista al Neue Osnabruecker Zeitug.

Tajani: “serve governo che sappia affrontare sfide inedite”

Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, doppia le dichiarazioni dell’alleata vincitrice alle elezioni, Giorgia Meloni, sulla formazione del nuovo governo.

«Noi dobbiamo fare un governo di alto profilo, la situazione in Italia è molto difficile e dobbiamo affrontare sfide inedite, economiche ed energetiche. In più abbiamo una guerra alle porte. Serve un governo con le spalle molto larghe e se serve un non politico, un cosiddetto tecnico, sarà benvenuto. Al primo posto però dobbiamo mettere l’interesse nazionale, la visione dell’Italia nel futuro», ha detto l’esponente azzurro.

Ai microfoni di Breakfast Club di Radio Capital aggiunge: «ci dicono che il governo durerà poco? È una previsione un po’ iettatoria, all’Italia interessa la stabilità. Qualche iettatore c’è sempre. La sinistra cerca di seminare zizzania sulle nomine dei ministri. Hanno perso le elezioni e ovviamente cercano di screditare chi ha vinto. Salvini? Per quanto ci riguarda Salvini può fare quello che preferisce, poi deciderà il futuro presidente del Consiglio».

E ancora: «io ministro? Non è obbligatorio diventare ministro, se sarò utile Berlusconi deciderà cosa dovrò fare altrimenti per me è già un onore essere parlamentare. Biden preoccupato per l’Italia? – conclude riferendosi alle affermazioni fatte dal presidente durante una raccolta fondi. – L’Italia è un paese democratico e i cittadini scelgono liberamente a chi affidare la maggioranza in Parlamento. Non capisco la preoccupazione, l’Italia ha sempre dimostrato di essere un paese libero e democratico. Siamo una garanzia di europeismo e serietà».

Il totoministeri

Giorni serrati all’insegna di valutazioni e decisioni da prendere. Dopo la vittoria alle elezioni del 25 settembre, il centrodestra, capitanato dalla leader del primo partito in Italia, Giorgia Meloni, valuta i componenti del prossimo Esecutivo.

I nodi principali sono l’Economia e gli Interni. Nel primo caso si starebbe valutando la possibilità di una separazione in Tesoro e Finanze che andrebbero, rispettivamente a Domenico Siniscalco (ex direttore generale del Tesoro, oggi a capo della filiale italiana di Morgan Stanley) e Maurizio Leo, responsabile economico di FdI. L’idea dei due Mef non piacerebbe a Meloni che valuta anche una riconferma di Daniele Franco. Gli Interni, invece, potrebbero andare al prefetto di Roma Matteo Piantedosi accompagnato da un vice leghista così da contentare Salvini. Quest’ultimo potrebbe essere nominato invece per lo Sviluppo economico, per le Riforme insieme a Marcello Pera, per l’Agricoltura con Gianmarco Centinaio.

Agli Esteri papabili Antonio Tajani e i tecnici Elisabetta Belloni, già in corsa per la Presidenza della Repubblica prima della rielezione di Sergio Mattarella, e Stefano Pontecorvo, ex ambasciatore Nato a Kabul.

Lista di possibilità per l’erede di Speranza alla Salute: sono stati avanzati i nomi di Licia Ronzulli (Forza Italia), Andrea Mandelli, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Milano, Francesco Rocca della Croce Rossa e Matteo Bassetti dell’ospedale San Martino di Genova.

Tajani proposto anche alla Difesa insieme a Adolfo Urso, oltre agli ambasciatori Giulio Terzi di Santagata e Stefano Pontecorvo. Per la Transizione ecologica circola il nome dell’ex sottosegretario, Vannia Gava. Alla Giustizia ci sono in corsa Giulia Bongiorno (valutata anche alla Pubblica amministrazione) e Carlo Nordio. Ronzulli torna anche come ipotesi, unica al momento, per l’Istruzione. Maurizio Lupi si potrebbe occupare dei Rapporti con il Parlamento. Edoardo Rixi, ex vice di Toninelli, e Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia se la vedono per Trasporti e infrastrutture.

Luca Ricolfi nega la possibilità al Welfare, mentre il nome di Raffaele Fitto gira per le Politiche europee. Per la Cultura si fa il nome dell’ex consigliere di amministrazione della Rai Giampaolo Rossi e quello di Gennaro Sangiuliano. Un creato ministero del Mare potrebbe, infine, andare all’ex amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono.

di: Alessia MALCAUS

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