Taipei: “violano le regole Onu”. E in risposta agli Usa Pechino blocca l’export di sabbia naturale
La visita di Nancy Pelosi a Taiwan è altamente simbolica e ha scatenato le proteste della Cina. La speaker della Camera Usa è la prima alta carica statunitense a recarsi sull’Isola da 25 anni e, incontrando la presidente Tsai Ing-wen a Taipei, ha dichiarato di trovarsi nel Paese perché gli Usa “non abbandoneranno il proprio impegno” con Taiwan, che è “un partner affidabile”. “Nessuna minaccia militare ci potrebbe far arretrare”, ha ribadito ancora Pelosi, che è tornata in aeroporto pronta a ripartire intorno a mezzogiorno.
La Cina ha schierato nel pomeriggio 27 aerei nello spazio di difesa aerea taiwanese. I caccia segnalati sono 6 J-11, cinque J-16 e ben 16 Su-30.
La presidente Tsai Chi-Chang ha ricevuto Pelosi al Legislative Yuan, il Parlamento dell’isola; durante l’incontro è stata rimarcata l’importanza dei legami tra Washington e Taipei, anche alla luce del Chips Act, che offrirà sussidi per oltre 52 miliardi di dollari per la produzione di chip.
La reazione di Pechino non si è fatta attendere: dalla Cina sono subito partite esercitazioni militari su vasta scala intorno all’Isola, denunciate da Taiwan perché violano le regole Onu; «alcune delle aree tracciate dalle manovre finiscono nelle acque territoriali di Taiwan, questa è una mossa irrazionale per sfidare l’ordine internazionale», ha dichiarato il portavoce del ministero Sun Li-Fang.
Pechino inoltre ha sospeso l’export di sabbia naturale verso Taiwan, un colpo che promette di essere durissimo nell’immediato per la strategica produzione dell’Isola di semiconduttori.
Al termine della visita, la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha dichiarato che le contromisure della Cina saranno “risolute, energiche ed efficaci“, e le autorità competenti di Usa e Taiwan “se ne accorgeranno costantemente“.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha commentato la visita di Pelosi a Taiwan dichiarando che “deriva dal desiderio di Washington di dimostrare la propria impunità”. «Non posso dire quale sia stata la motivazione degli americani, ma non ci sono dubbi che rifletta la stessa linea di cui stiamo parlando per quanto riguarda la situazione ucraina», ha concluso.
di: Micaela FERRARO
FOTO: EPA/TAIWAN MIN. OF FOREIGN AFFAIRS