In base alla perizia del consulente della Corte, Meran non era “capace di volere al momento” dell’omicidio degli agenti Demenego e Rotta
Il prossimo 6 maggio ci sarà la discussione in Corte d’Assise sull’omicidio dei due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta; il processo vede al banco degli imputati Alejandro Augusto Stefan Meran, accusato di aver ucciso in Questura le vittime.
Oggi si è pronunciata la Difesa della parte civile, secondo cui alla Corte spetterà il “difficile compito nel risolvere il dilemma tra ciò che la legge può prevedere e ciò che un senso di giustizia dovrebbe imporre“.
«Lo dobbiamo alle famiglie di Matteo e Pierluigi e alle migliaia di famiglie che si sono trovate nella stessa condizione, aver sacrificato i propri figli per rendere migliore il nostro paese» spiegano.
La Difesa si è detta consapevole che “nella ricerca di quel senso di giustizia, in aula, probabilmente, saremo noi, e noi soli, sottoscritti avvocati di parte civile a invocare la condanna del Meran per il duplice omicidio“.
In base alla perizia del consulente della Corte e della Procura, infatti, “l’imputato Meran non era capace di volere al momento del fatto. Ciò porterebbe di fatto a un non luogo a procedere che consentirebbe a Meran di evitare la condanna“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO