Dopo la decisione di autosospendersi dal gruppo Verdi-Si il deputato ammette: “chi ha sbagliato ne dovrà rispondere”
Aboubakar Soumahoro torna a parlare dopo al decisione di autosospendersi dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana seguita alle polemiche per gli accertamenti su alcune presunte irregolarità nella cooperativa gestita dalla moglie e dalla suocera.
«Mi sono autosospeso dal gruppo perché credo fermamente nei valori dell’integrità, ma anche per rispetto e tutela della storia che mi porta qui, che non è solo la mia ma di tante migliaia di persone. Per questo sono giunto a questa decisione» ha dichiarato il deputato a PiazzaPulita su LA7.
Soumahoro parla anche del video pubblicato sui social. «Mi sento trascinato nell’angolo, da quell’angolo ho fatto quel video, voglio chiedere scusa per quelle lacrime, una espressione intima di debolezza umana. Ma sono pronto a dire la verità. Non rifarei quel video – ha proseguito – La mia parabola finisce qui? Io ho detto la verità, sono nato per strada, sempre stato all’angolo, ma essermi mosso dall’angolo è stato un percorso collettivo, non sono un personaggio, chi lotta per i braccianti, per i riders, chi sale sulla nave a Catania, ha la radicalità posturale, cercheremo di rialzarci. Chiedo scusa se sono stato poco attento a quello che accadeva a casa, approfondirò quello che è successo».
In merito agli stipendi non pagati il deputato ha dichiarato: «Mi risultava che la cooperativa era virtuosa, poi vengo a sapere che ci sono degli stipendi non pagati, la mia compagna mi ha detto che erano ritardi della pubblica amministrazione. Per me era una risposta sufficiente. Le testimonianze che ho visto sono di più rispetto agli stipendi non pagati. Ho commesso una leggerezza, dovevo fare meno viaggi e stare accanto a questi lavoratori. Chi ha sbagliato ne dovrà rispondere».
Soumahoro non è indagato: ad essere finiti nel mirino degli inquirenti, che indagano sulla gestione di due coop che si occupano di migranti in provincia di Latina, sono finiti in particolare l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario e con i dipendenti e i soggetti coinvolti.
La procura di Latina ha reso noto che gli accertamenti “provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata. La necessità di garantire il rispetto delle disposizioni normative in tema di segretezza degli atti di indagine e di comunicazione agli organi di informazione, nonché in tema di diritti e facoltà delle persone sottoposte ad indagini e, per altro verso, l’esigenza di garantire la genuinità, l’oggettività e il buon esito degli accertamenti investigativi in corso impediscono a questo ufficio di fornire, nonostante le comprensibili sollecitazioni degli organi di informazione, indicazioni specifiche con riferimento alle iscrizioni nel registro delle notizie di reato ed ai profili di indagine sviluppati o da sviluppare. Pur nella consapevolezza delle esigenze della informazione, questo ufficio non può dunque che attenersi al rispetto delle disposizioni normative vigenti e pertanto svolgere i dovuti accertamenti con riferimento esclusivamente ai compiti istituzionali propri di un ufficio giudiziario inquirente, con la maggiore sollecitudine possibile, pur nella complessità dell’investigazione, nel doveroso riserbo investigativo e nel rispetto dei principi in tema di presunzione di innocenza”.
di: Francesca LASI
aggiornamenti: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI