Xi a Scholz: “evitare espansione del conflitto”
Dopo il discorso di Vladimir Putin in occasione della parata per il giorno della Vittoria a Mosca (che puoi leggere qui), è arrivato il commento del cancelliere tedesco Olaf Scholz per bocca di un portavoce: «è troppo presto per commentare il discorso di Putin. Prendiamo atto delle sue parole. La sua posizione non è nuova ma è la Russia che ha iniziato la guerra».
Intanto dalla Cina, il presidente Xi Jinping ha avuto una videoconferenza con Scholz durante la quale ha chiesto che venga evitata “un’espansione del conflitto”: «la parte europea dovrebbe mostrare la sua responsabilità storica e saggezza politica, concentrarsi sulla pace a lungo termine dell’Europa e cercare di risolvere il problema in modo responsabile. La sicurezza europea dovrebbe essere nelle mani degli europei stessi».
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha invece avuto una videochiamata con Volodymyr Zelensky. «Abbiamo dato seguito alla discussione del G7 di domenica. Nel giorno dell’Europa abbiamo discusso del sostegno dell’Ue e del percorso europeo dell’Ucraina. In attesa di ricevere le risposte al questionario sull’adesione all’Ue, la Commissione mirerà a esprimere il suo parere a giugno».
«Sono venuto a celebrare il Giorno dell’Europa a Odessa, la città in cui Pushkin ha detto che ‘si può sentire l’Europa’. E dove oggi il popolo ucraino protegge i suoi monumenti da proiettili e razzi e la sua libertà dall’aggressione russa. Non siete soli. L’Unione europea è con voi», ha scritto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in un tweet, nel giorno della sua visita a sorpresa Odessa, durante la quale è stato costretto a ripararsi in un rifugio a causa delle bombe.
Intanto in Europa proseguono le contestazioni all’invasione: oggi l’ambasciatore russo in Polonia Sergey Andreev è stato assalito da un gruppo di manifestanti che lo ha ricoperto di vernice rossa mentre depositava una corona di fiori nel cimitero mausoleo dei soldati sovietici a Varsavia. A seguito dell’aggressione sarebbe scaturita una rissa.
«Sono orgoglioso del mio presidente – ha ribadito l’ambasciatore, precisando che – la repubblica popolare di Donetsk e la repubblica popolare di Luhansk non appartengono all’Ucraina». In seguito all’aggressione il Ministero degli Esteri russo ha ammonito con una nota le autorità di Varsavia, accusandola di essere “conniventi con i teppisti neo-nazisti” autori dell’attacco.
L’ambasciatrice ucraina all’Onu Yevheniia Filipenko intanto ha fatto sapere che Kiev ha chiesto una sessione straordinaria del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per portare all’attenzione dell’organizzazione i “crimini di guerra commessi dalla Russia“. L’iniziativa ha già ricevuto il plauso di circa 60 Paesi: «Insieme inviamo un altro forte messaggio a Putin e alla sua cricca di criminali di guerra: ‘Siete isolati come mai prima» rilancia Filipenko.
Fronte economico
Non appena conclusesi le celebrazioni per la Festa dell’Europa (qui l’evento a Strasburgo cui sono intervenuti anche Metsola e Macron), von der Leyen è partita per Budapest per incontrare Orban e provare a sciogliere il nodo sul sesto pacchetto di sanzioni.
«Discuteranno di questioni connesse alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici europei» ha fatto sapere il portavoce Eric Mamer. Con questo incontro l’Europa spera di strappare l’ok del premier ungherese, trovando finalmente un accordo congiunto sull’embargo al petrolio russo.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/RONALD WITTEK