43 come le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova. Il Comitato Parenti delle vittime: “siamo schifati, amareggiati, delusi”
È polemica sul nome scelto dai Benetton per la società di nuova costituzione creata dalla holding Edizione e da Blackstone per lanciare l’opa su Atlantia: si chiamerà Schema 43. 43 come le vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova. La scelta ha lasciato di stucco il Comitato Parenti delle Vittime del ponte Morandi.
«Quello che avete letto – ha dichiarato Egle Possetti, presidente del Comitato – è forse una barzelletta? In realtà non lo è. E infatti Schema 43 (come i nostri morti nel crollo del ponte Morandi, come il numero delle famiglie lasciate in ginocchio) è il nome della società che gestirà le quote societarie dei Benetton acquisite con i soldi degli italiani, sulla pelle delle nostre famiglie. Ci sono o ci fanno? Oppure “l’operazione dei 43” è stata redditizia? Siamo schifati, amareggiati, delusi, non resta altro da dire».
La scelta del nome della newco, però, sembrerebbe non essere casuale. La finanziaria della famiglia Benetton, infatti, ha utilizzato spesso il termine Schema, con numeri progressivi, per definire i suoi veicoli finanziari operativi. Schema 20, ad esempio, fece l’acquisizione Sme nel 1994, Scheman24 nel 2000 operò su Grandi Stazioni mentre a Schema 28 è legata l’Opa Autostrade.
Schema 42, invece, è la holdco per l’Opa su Atlantia, il veicolo operativo che farà materialmente l’Opa sulla società.
«Possiamo capire la ratio nella gestione del nome dei veicoli finanziari operativi della famiglia Benetton. Ma un minimo di attenzione, di etica avrebbero dovuto usarla. Invece proprio su questa operazione ci è sembrato di gran cattivo gusto» ha continuato Possetti.
«Anche se i Benetton spiegano che il nome ‘Schema 43’ ha un significato diverso rispetto a quello del numero delle vittime del ponte Morandi, è bene che lo cambino: va assolutamente evitato ogni possibile, terrificante fraintendimento. Certo, non si può fare a meno di rilevare con amarezza che dimostrano ancora una volta una totale inadeguatezza e un’imperdonabile mancanza di tatto nei confronti delle vittime di quella immane tragedia e delle loro famiglie» ha dichiarato la presidente della Commissione Trasporti della Camera Raffaella Paita.
Ha fatto discutere anche l’intervista rilasciata nei giorni scorsi da Alessandro Benetton durante la quale aveva dichiarato che, dopo la tragedia del ponte Morandi “avremmo dovuto chiedere subito scusa”,ma aveva poi aggiunto “anche se in realtà c’era solo un membro della famiglia all’interno di un consiglio di un’azienda in cui avevamo il 30%”.
Una frase che non è stata gradita dai parenti delle vittime, che hanno commentato: «stanno cercando di rifarsi una verginità. Un errore il silenzio dopo il crollo, sì certo, ma ci sono errori più grandi. Il problema è che il passaggio di Aspi allo Stato costerà a tutti noi cittadini».
di: Francesca LASI
FOTO: SHUTTERSTOCK