Cinque italiani, tre francesi, un indiano e un olandese: in migliaia i fedeli che hanno assistito alla proclamazione
É stata accolta con un’ovazione la formula di canonizzazione dei nuovi 10 santi pronunciata questa mattina da Papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro.
«Ad onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato dichiariamo e definiamo Santi i Beati Titus Brandsma, Lazzaro detto Davahasayam, Cesar de Bus, Luigi Maria Palazzolo, Giustino Maria Russolillo, Charles de Foucauld, Marie Rivier, Maria Francesco di Gesù Rubatto, Maria di Gesù Santocanale e Maria Domenica Mantovani, e li iscriviamo nell’Albo dei Santi, stabilendo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i Santi, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» – è stata la formula pronunciata, in latino, dal Pontefice.
Ad assistere alla messa, svoltasi con le decorazioni rappresentate dai grandi arazzi con le immagini dei dieci beati e le decorazioni floreali fornite dai Paesi Bassi, c’erano decine di migliaia di fedeli insieme alle delegazioni dei Paesi d’origine dei canonizzati. A presiedere la delegazioni italiana c’era il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Per le altre delegazioni, c’erano: il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, accompagnato dalla consorte; il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Wopke Hoekstra; il ministro delle Minoranze indiano,Gingee K. S. Mathan; il presidente dell’Alto Consiglio Islamico, Bouabdellah Ghoulamallah, per l’Algeria.
I nuovi canonizzati, 6 uomini e quattro donne, di cui cinque italiani, tre francesi, un indiano e un olandese, sono: il religioso francese Charles de Foucauld (1858-1916), visconte di Pontbriand, esploratore del Sahara e studioso della lingua e cultura dei Tuareg, pioniere del dialogo con civiltà e fedi diverse; il prete olandese Titus Brandsma (1881-1942), martire del nazismo, giornalista di testate cattoliche che non mancò di opporsi agli occupanti hitleriani e finì internato a Dachau, dove fu ucciso con un’iniezione di acido fenico; il primo beato indiano, Lazzaro detto Devasahayam (1711-1752), ex ufficiale assassinato da un gruppo di soldati a causa della sua conversione al cristianesimo. E poi ancora: i religiosi francesi Cesar De Bus (1544-1607), fondatore della Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, e Marie Rivier (1768-1838), fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria.
I cinque italiani sono: il sacerdote bergamasco Luigi Maria Palazzolo (1827-1886), fondatore dell’Istituto delle Suore delle Poverelle; il prete napoletano Giustino Maria Russolillo (1891-1955), fondatore della Società delle Divine Vocazioni e della Congregazione delle Suore delle Divine Vocazioni; la piemontese morta in Uruguay Maria Francesca di Gesù Rubatto (1844-1904), fondatrice della Suore Terziarie Cappuccine di Loano; la palermitana Maria di Gesù Santocanale (1852-1923), fondatrice delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes; e la veneta Maria Domenica Mantovani (1862-1934), in religione Giuseppina dell’Immacolata, co-fondatrice e prima superiora dell’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI