Il caporedattore di Bao Publishing, Leonardo Favia, ci parla di commistione di mezzi, influenza di Netflix e scelte editoriali nel mondo del fumetto

Il fumetto incontra Netflix e dà nuova vita all’animazione italiana. A consacrare il nuovo fenomeno è stato certamente Zerocalcare, firma della Bao Publishing, autore di Strappare lungo i bordi che presto tornerà con un nuovo lavoro sulla piattaforma di streaming (leggi qui). Si attende sabato 21 maggio, quando il fumettista romano sarà ospite del Salone Internazionale del Libro di Torino con Lavori in corso: diario live del suo prossimo fumetto, per scoprire nuovi dettagli sul progetto, ancora top secret.

Nel frattempo Il Mondo, in viaggio nel settore dell’editoria a Lingotto Fiere per la giornata inaugurale del Salone (leggi qui i saluti delle istituzioni e leggi qui l’intervento di Maria Falcone), ha fatto due chiacchiere con il caporedattore di Bao Publishing, Leonardo Favia.

-Quali sono gli effetti sulla lettura e sull’editoria della commistione di mezzi differenti, come può essere portare sullo schermo un fumetto?

«Sicuramente si crea una sinergia nuova, diversa, tra mezzi, soprattutto nel caso di Zerocalcare che aveva una platea di pubblico già piuttosto vasta. Netflix, poi, ha sicuramente allargato il bacino dello spettatore comune, che resta però molto specifico trattandosi di una piattaforma a pagamento. Lavorare con Netflix è stato sicuramente molto utile ma il progetto era stato creato proprio perché Zerocalcare aveva già ricevuto un certo tipo di attenzione da parte del pubblico. Ovviamente il successo del primo progetto, “Strappare lungo i bordi”, promette bene per quanto riguarda l’animazione in Italia, quindi per altri fumetti che potrebbero a loro volta diventare serie televisive. Un buon trampolino, quindi, un buon ambito nel quale scavare e fare ricerca, si allarga un nuovo medium e si può arrivare a un nuovo tipo di lettore. Un allargamento c’era già stato con il primo salto dalla fumetteria alla libreria, passare a un altro medium non potrà che ampliare ancora di più la forbice dei lettori, facendo più che bene».

-Parlando di librerie, quali effetti avete notato del successo su Netflix? Avete notato cambiamenti a livello di vendita o di target?

«Dal punto di vista della comunicazione si è sicuramente creata una grossa attenzione sui libri di Zerocalcare. Per quanto riguarda le vendite, sì, c’è stato un aumento ma eravamo già arrivati a una tale quantità di pubblico che non possiamo parlare di un’esplosione. Sapevamo già che i numeri non potevano aumentare ulteriormente. Il mercato librario ha in generale dei buoni numeri ma Zerocalcare esce già dalle classifiche che riguardano solo i fumetti. Un altro caso, invece, è stato quello di Umbrella Academy, una produzione che abbiamo acquisito dagli Stati Uniti: dopo l’uscita della serie su Netflix i numeri sulle vendite sono effettivamente passati da una classica vendita di prodotto americano importato a quantità più importanti».

-Per quanto riguarda i prodotti importati, come decidete cosa inserire nel vostro catalogo?

«Le nostre scelte si basano sul gusto personale. Non escludiamo nullo a priori, siamo aperti a tutte le tematiche, i periodi storici, i disegnatori. Facciamo un attento lavoro di ricerca e, per quanto riguarda gli italiani, sfruttiamo molto Instagram, una fucina rigogliosa di artisti».

-Le scelte editoriali vengono influenzate da casi di successo, come può essere appunto quello di Zerocalcare?

«Dal primo giorno abbiamo sempre creduto nel progetto italiano. Poi siamo cresciuti con Zerocalcare, ci siamo fatti bene a vicenda, perché il successo che hanno avuto i suoi libri ci hanno permesso da una parte di arrivare in maniera più decisa nelle librerie e dall’altra di poter reinvestire i guadagni su altri autori italiani. Il successo che sta avendo oggi sul medium televisivo ci convince che la direzione intrapresa è quella giusta, quindi no, non ha influenzato le nostre scelte editoriali perché proprio quelle ci hanno permesso di arrivare fino a qui».

Un successo, quello di Bao Publishing e Zerocalcare, che sembra destinato a crescere ancora, tra il nuovo progetto Netflix e le altre firme del catalogo. Come sottolinea Favia, infatti, “l’impegno è lo stesso” e con l’esperienza passata “la speranza è di migliorare sempre”.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI