Come lei nessuno mai: la sovrana sul trono britannico da 70 anni. Il Giubileo di Platino di Elisabetta II

Di tutte le cose che Elisabetta II è stata, di tutti i titoli che l’hanno accompagnata nel lungo arco del ventesimo secolo, uno dei più significativi potrebbe essere quello di regina dei record.

Her Majesty the Queen, Elizabeth Alexandra Mary di Windsor, è la prima sovrana britannica a festeggiare i 70 anni sul trono. Un regno persino più lungo di quello della regina Vittoria, durato 63: è la donna in vita ad aver ricoperto per più tempo il ruolo di capo di Stato, con pochi rivali anche tra gli uomini, e nel febbraio 2022 ha celebrato il suo Giubileo di Platino, anche se i festeggiamenti sono stati rimandati a giugno, mese in cui ricorre l’anniversario della sua incoronazione.

Elisabetta salì metaforicamente sul trono il 16 febbraio 1952 alla morte di suo padre, Giorgio VI. L’incoronazione avvenne nell’abbazia di Westminster 16 mesi dopo, il 2 giugno 1953, con la corona di Sant’Edoardo, il più importante simbolo del regno. È un oggetto così pesante (due chili e 230 grammi di oro massiccio) che alla giovane regina venne chiesto se desiderasse portarne una versione ridotta, ma la corona di Sant’Edoardo simboleggia il fardello che il sovrano si assume nel servire il proprio popolo ed Elisabetta insistette per portare tutto il peso dell’originale, come suo padre prima di lei. Dopo l’incoronazione, il primo a rendere omaggio alla nuova regina fu suo marito, Filippo di Edimburgo, che scoprì il capo e si inchinò davanti alla moglie.

Adesso, 70 anni dopo, a chinare il capo davanti a Elisabetta saranno i suoi sudditi, per colmare il vuoto lasciato dal principe consorte, venuto a mancare il 9 aprile 2021, a 99 anni. I festeggiamenti per celebrare il Giubileo di Platino sono stati grandiosi: dal 2 giugno i britannici si sono goduti un lungo weekend di festa partito con la parata militare del Trooping The Colour; il giorno dopo si tenuto un rito di ringraziamento presso la cattedrale di St Paul a Londra. Sabato 4 giugno è andato in scena il concerto del Platinum Party organizzato dalla BBC, che ha incluso alcuni dei nomi più importanti del mondo dello spettacolo. Domenica 5 giugno i sudditi di Sua Maestà si sono riuniti in strada per pranzare tutti insieme durante il Big Jubilee Lunch, con lunghe tavolate arricchite di musiche e intrattenimenti vari, organizzate nei comuni di tutto il Regno Unito. Per l’occasione, è stato messo in mostra al castello di Windsor l’abito dell’incoronazione della regina. Il palazzo ha promosso anche la gara di dolci Platinum Pudding competition, obiettivo creare un nuovo dolce dedicato alla monarca. La gara è stata aperta ai residenti britannici dagli 8 anni in su e a giudicare le proposte ci hanno pensato le celebrità tv del mondo della cucina Mary Berry e Monica Galetti, insieme al capo chef di Buckingham Palace Mark Flanagan. Per concludere i festeggiamenti ha avuto luogo il Platinum Jubilee Pageant, la parata che, attraverso l’esibizione di centinaia di performer, ha raccontato la storia del regno della regina.

Una storia incredibilmente lunga e appassionante: Elisabetta II ha vissuto la fine dell’impero britannico, l’uscita del Regno Unito dall’Ue, la guerra delle Falklands e i conflitti in Afghanistan e Iraq, gli attentati islamisti e la pandemia da Covid-19. Ha visto succedersi 14 primi ministri del Regno Unito e ancor più numerosi ministri e governatori degli altri Stati membri del Commonwealth, ha dovuto dire addio alle persone più vicine che avesse, gestire innumerevoli scandali familiari, e ha fatto tutto questo senza quasi mai scomporsi. Amata o odiata, è stata in grado di imporsi in un mondo di uomini fronteggiandone lo sguardo spesso condiscendente ed è universalmente riconosciuta come una colonna portante del Paese.

Eppure, Elisabetta non era nata per essere regina. Lilibet, come la chiamanoi familiari, ha trascorso la sua infanzia dorata tra il numero 145 di Piccadilly Road, dove ora sorge l’Intercontinental London Park Lane, un hotel di lusso, e il Royal Lodge, la residenza a sud del castello di Windsor, nel Berkshire. Qui passava il suo tempo a Little House, una casa in miniatura che i duchi di York avevano fatto costruire nel giardino della tenuta. A farle compagnia, oltre alla sorellina Margaret, la sua istitutrice Marion Crawford e la sua migliore amica, Sonia GrahamHodgson. A Sonia, Lilibet dedicò a 8 anni il suo romanzo incompiuto: The Happy Farm.

Fuori dalla cornice dorata della casa di famiglia, infuriavano venti di guerra: il primogenito del re Giorgio V, Edoardo VIII, zio di Elisabetta, fu sovrano per soli 11 mesi. Era un uomo molto popolare tra i suoi sudditi ma aveva una personalità ribelle. Si era innamorato di una donna americana divorziata, Wallis Simpson, ma il Governo britannico osteggiava l’unione: Wallis era amica intima di un diplomatico tedesco di un certo peso e questo, unito al fatto che re Edoardo non aveva fatto mistero di provare ammirazione per Hitler e il nazismo, impensieriva il Parlamento perché in caso di una guerra contro la Germania un matrimonio come quello sarebbe diventato un problema. Con un drammatico messaggio radiofonico, l’11 dicembre 1936 Edoardo annunciò la sua decisione di abdicare, spianando così la strada a suo fratello. Il padre di Elisabetta, il principe Alberto duca di York, era un uomo che non amava i riflettori ma accettò il suo compito e divenne re con il nome di Giorgio VI facendo della sua primogenita la propria naturale erede.

Il Giubileo è un evento atteso non solo dai britannici: Elisabetta II è diventata, nel corso degli anni, “la regina di tutti” nel mondo occidentale. Persone di ogni età hanno imparato a riconoscerla a prima vista, sono diventati iconici i suoi completi pastello, la sua espressione severa ma cortese e il suo proverbiale autocontrollo. Nonostante il riserbo che ha sempre dimostrato, nel tempo sono emerse alcune peculiarità che hanno contribuito a renderla più umana agli occhi dei sudditi svelandone il lato inedito e ironico.

Tra gli episodi più significativi c’è quello di Brian May dei Queen, a cui permise di salire sul tetto di Buckingham Palace per intonare un God Save The Queen con la chitarra elettrica; per non parlare di quando, alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra, si prestò a girare un video con l’attore Daniel Craig. Nel divertente filmato la regina lo accoglie nel suo salotto con un “Good evening mr Bond” e si avvia con lui e con tre dei suoi corgi preferiti per i corridoi di Buckingham Palace fino a bordo di un elicottero nei cieli di Londra, dove salutano la statua di Churchill e poi si calano con un paracadute nello stadio sulle note di Mission Goldfinger. Ovviamente non fu la regina a lanciarsi ma una controfigura: però grazie agli effetti speciali e all’entrata giusta nello stadio il trucco riuscì perfettamente.

Meno recitata e più spontanea fu l’esclamazione entusiastica della sovrana il giorno in cui, durante una corsa ad Ascot, quando venne annunciato come vincitore uno dei cavalli reali, alzò le braccia al cielo, strinse i pugni, sorrise e si lasciò scappare uno “YES!”. La passione per i cavalli di Elisabetta II risale all’infanzia: fu suo padre a regalarle il primo pony in occasione del suo quarto compleanno.  Nel corso degli anni, Lilibet ha guadagnato con le corse di cavalli più di 9 milioni di sterline.

Benché nel suo ruolo di capo di Stato risulti super partes e impeccabile, Elisabetta è in realtà una persona molto diretta, senza ipocrisie, in barba al politically correct britannico; è una donna pratica, che guida ancora l’auto ed è capace di mettere mano al motore se serve, retaggio degli anni di guerra quando prestò servizio come ausiliaria dell’esercito. Una curiosità: la regina è una delle poche persone al mondo a viaggiare senza documenti, perché vengono emessi a suo nome, pertanto non dispone né di passaporto né di patente.

Elisabetta II è una donna scrupolosa, quasi maniacale nella sua cura per i dettagli. Basti pensare alle apparizioni della famiglia reale al balcone di Buckingham Palace, per le quali la regina vuole un effetto “scatola di cioccolatini”: tutte le finestre chiuse per una perfetta coreografia d’insieme al balcone vestito di rosso per l’affaccio della royal family. È sempre stata molto legata alla sua famiglia e ama rispettarne le tradizioni: ancora oggi desidera tenere a palazzo le decorazioni natalizie fino al 6 di febbraio, giorno in cui nel 1952 il padre Giorgio VI morì, e tiene vive diverse delle abitudini di sua madre, da cui ha ereditato un certo gusto per abiti e Martini. Elisabetta ha un suo cocktail personale, fatto con un terzo di gin Gordon’s, due terzi di liquore Dubonnet, una fettina di limone e una pallina di ghiaccio al posto del cubetto. Come la regina madre, inoltre, indossa sempre un filo di perle intorno al collo: lo ha ricevuto in dono per la prima volta ancora bambina dal nonno re Giorgio V.

Ci sono altre caratteristiche, invece, che sono solo sue: per esempio, al mattino non può fare a meno di una tazza fumante di Earl Grey, il suo tè preferito, e ha l’abitudine di passare in rassegna le lettere che riceve, aprendo da sé la posta personale. A pranzo tende a optare per un sandwich, meglio se con uova e crescione o cetriolo, mentre in viaggio e nelle cene ufficiali sono banditi i frutti rossi perché, per quanto li adori, rischiano di rovinarle il sorriso con i semini. Le piace brindare con champagne e bollicine inglesi ma detesta il caviale, che non è mai presente sulla sua tavola.

Nel complesso, l’immagine che arriva di lei dopo 70 anni sul trono d’Inghilterra è quello di una donna che ha indossato una maschera di fredda formalità come divisa per svolgere un lavoro difficile, inscindibile dalla sfera privata; una mamma e una nonna con un lato ironico e affettuoso ma che non ha mai dimenticato di essere la sovrana di un grande Paese. Lilibet ha scelto, ormai 70 anni fa, che prima di essere qualunque altra cosa sarebbe stata Sua Maestà Elisabetta II, regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, capo del Commonwealth e difensore della Fede, una sovrana resiliente e stoica, capace con la sua sola, coloratissima figura, di tenere in piedi una delle ultime grandi monarchie del mondo occidentale.

Box 1 – I sovrani più longevi

Il regno di Elisabetta II è il quarto più lungo di sempre nella storia delle monarchie. Il record assoluto, a livello storico, spetta a Luigi XIV che regnò sulla Francia per 72 anni e 110 giorni nel corso del XVII secolo. Il secondo (per il momento!) è Bhumibol Adulyadej Rama IX, re di Thailandia fino al 13 ottobre 2016 per 70 anni e 126 giorni, e Giovanni II, sovrano nel principato del Liechtenstein fino all’11 febbraio 1929 per 70 anni e 101 giorni.

Box 2 – Scandali a corte

Elisabetta II ha spesso dovuto fare i conti con gli scandali all’interno della famiglia, a partire dal divorzio del figlio prediletto Andrea dalla moglie, Sarah Ferguson, passando per quello della principessa Anna dal capitano Mark Philips; la storia forse più famosa riguarda Lady D., le nozze imposte con Carlo, l’ombra di Camilla e la morte della principessa del popolo. In tempi più recenti, la regina ha dovuto fronteggiare gli scandali causati dal nipote Harry, dall’adolescenza ribelle al matrimonio con l’americana e divorziata Meghan Markle, con cui il principe si è trasferito negli Usa. Infine, è cronaca recente la diatriba giudiziaria del principe Andrea, coinvolto nel caso Epstein.