Il presidente russo Putin punta il dito contro la russofobia delle sanzioni

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato la sua prima intervista alla televisione italiana. Questa sera sarà ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai 1. «Io sono pronto a parlare con Putin, ma senza ultimatum – ha dichiarato. – Per quel che riguarda le trattative con la Russia, la questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, perché molte persone hanno lasciato le loro case, sono state uccise dai russi e vedo tracce di torture e uccisioni. Questo complica molto la possibilità di condurre trattative, vogliamo che capiate che la nostra società è molto pacifica, da 8 anni volevamo fare una trattativa».

Aggiunge poi: «non dobbiamo cercare una via di uscita per la Russia, noi non siamo pronti a salvare la faccia a qualcuno pagando con i nostri territori. È tempo perso. Bisogna portare via le forze armare russe dal nostro territorio, noi non abbiamo militari sul territorio russo. Devono liberare i nostri villaggi, le nostre case, restituire cosa è stato saccheggiato. Che loro se ne vadano e che rispondano per quello che hanno fatto. Come popolo non possiamo accettare compromessi per quello che riguarda la nostra indipendenza. Come minimo devono uscire dal territorio che hanno occupato dal 24 febbraio. È il primo passo per poter parlare di qualsiasi cosa, ma non sentiamo risposte a questa domanda».

Sulla spinosa questione della Crimea dice: «non ho mai parlato di riconoscere l’indipendenza della Crimea, non la riconosceremo mai come parte della Federazione russa. Anche prima della guerra la Crimea aveva autonomia, ma è sempre stato territorio ucraino. Noi abbiamo detto che siamo pronti a parlare con la Russia. Ora non possiamo deliberare una decisione sulla Crimea perché c’è la guerra, la lasciamo da parte se ostacola l’incontro e credo che questa proposta sia stata giusta». Sulle posizioni di Ue e Usa commenta: «oggi il dialogo non è possibile senza una posizione non voglio dire rigida ma potente per quanto riguarda azioni della Federazione Russa. Bisogna ripristinare l’integrità territoriale ucraina, ma io sono convinto che i valori ci uniscono ma che senza delle forze armate potenti la base per le trattative con la Russia non sarà potente. Non vedo differenza tra la posizione europea e quella americana».

«Siamo grati al popolo italiano per il supporto, vi sentiamo vicini – aggiunge. – Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non dobbiamo essere soli in questo. Le forze armate russe sono quattro volte più grandi delle nostre, il loro Stato 8 volte il nostro, ma noi siamo 10 volte più forti come persone. Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi» – conclude.

«So che Putin voleva portare a casa qualche risultato, voleva proporci di cedere qualcosa, ma non è una cosa corretta. Noi non siamo pronti a salvare la faccia a qualcuno pagando con i nostri territori, è ingiusto. È possibile un attacco alla Transnistria – ha continuato Zelensky – Per quanto riguarda il Papa, per noi è difficile vedere una persona ucraina e una russa insieme, con tutto il rispetto. I miei familiari vogliono che la guerra finisca con la nostra vittoria. I nostri abbracci sono molto forti, i miei figli si lamentano perché i miei abbracci sono molto forti. Io non sto in un bunker, questo è il mio ufficio. Abbiamo il bunker, gli scantinati, ma questo è il centro di Kiev, c’è l’ufficio del presidente dell’Ucraina, e io sono qui tutti i giorni».

Putin, intanto, continua ad additare le contromisure dell’Occidente, definite “ambizioni politiche miopi” frutto della “russofobia” dei leader dell’Alleanza: «le sanzioni imposte alla Russia sono in gran parte responsabili di una crisi economica globale» – dice.

La Finlandia risponde ai timori del Cremlino sulla sua adesione alla Nato (leggi qui). Il ministro degli Esteri finlandese, Pekka Haavisto, ha dichiarato alla Bbc: «la Russia non deve sentirsi minacciata dall’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato”. Siamo Paesi che amano la pace, abbiamo mantenuto un confine pacifico con la Russia e guardiamo al futuro quando la normale cooperazione con la Russia potrà continuare».

Dal 14 al 16 maggio il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, si recherà in Germania e Francia per incontrare in modo informale i ministri degli Esteri della Nato a Berlino e alla riunione del Consiglio Usa-Ue per il commercio e la tecnologia a Parigi.

In vista dell’appuntamento a Berlino, il numero uno della Nato, Jens Stoltenberg, ha sentito la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. «Abbiamo preparato la nostra riunione ministeriale della Nato a Berlino. Ho ringraziato la Germania per ospitare questa tempestiva riunione in cui i ministri discuteranno il nostro prossimo concetto strategico, il continuo sostegno all’Ucraina e le relazioni con Finlandia e Svezia» – ha scritto su Twitter.

Intanto, Johnson mantiene alti i toni e ribadisce che non sarà possibile alcuna “normalizzazione con Vladimir Putin” dopo l’invasione. «Per quanto mi sforzi non vedo come sia possibile. Egli ha violato brutalmente i diritti umani, la legge internazionale, è colpevole dell’assalto barbaro a un Paese del tutto innocente, normalizzare le relazioni sarebbe ripetere l’errore del 2014», conclude facendo riferimento all’annessione della Crimea.

Fronte economico

Intervenendo nella questione del pagamento in rubli che alcune aziende europee potrebbero aver già fatto in favore di Gazprom, Tim McPhie, portavoce della Commissione Ue, ha ribadito che “la Banca centrale russa è sottoposta a sanzioni” e che “pagare secondo quanto stabilito dal decreto del Cremlino violerebbe le sanzioni“. Il colosso russo ha nel frattempo annunciato che smetterà di utilizzare un gasdotto chiave per il transito del gas attraverso la Polonia.

Intanto il prezzo del gas naturale in Europa, con l’indice di riferimento, i future ad Amsterdam (+17,5%) a 111 euro al MWh, ha toccato i 115 euro, mentre il prezzo a Londra segna +34,5% arrivando a 188 penny al Mmbtu (Unità termica), dopo un picco a 196 penny. L’Unione europea, tuttavia, ha deciso che verrà introdotto un tetto al prezzo del gas solo in caso di emergenza.

Dall’Italia il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, chiede che l’Unione europea vari un Recovery plan studiato ad hoc per “raggiungere l’autosufficienza energetica ed agroalimentare, per il sostegno ad una difesa comune, un’azione di appoggio ai rifugiati e per la ricostruzione dell’Ucraina” e di stabilire “un tetto al prezzo del gas, anche a quello acquistato dagli Usa“.

Nel frattempo, la Commissione è al lavoro per istituire dei “corridoi di solidarietà” con l’Ucraina per facilitare il comparto logistico e favorire le esportazioni di cereali da Kiev verso il resto del mondo. Il progetto prevede nell’immediato la mobilitazione degli operatori del settore logistico e, nel medio periodo, un accesso a fondi europei per trasporti da e per l’Ucraina.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/US RAI