Il primo ministro in missione per la formazione del Governo a maggioranza nazionalista
È iniziata la missione di Boris Johnson in Irlanda del Nord, dove incontrerà i leader dei partiti locali con lo scopo di trovare un modo di sbloccare lo stallo politico che è seguito dalla decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea.
Johnson intende incoraggiare l’intesa per la formazione di un nuovo governo con la coalizione tra il maggior partito nazionalista (Sinn Fein) e il maggior partito unionista (Dup).
Il partito unionista, che per la prima volta ha visto il soprasso dei nazionalisti alle elezioni amministrative, sta ostacolando l’intesa a causa della contrarietà al protocollo. Gli unionisti pretendo garanzie sul documento che, anche dopo la Brexit, deve mantenere la frontiera commerciale aperta in regime di mercato unico fra Ulster e Repubblica d’Irlanda, mentre al momento secondo gli esponenti del partito si starebbe assistendo a una minaccia attraverso barriere e controlli dell’integrità del confine interno tra Irlanda del Nord e resto del Regno. I nazionalisti repubblicani rigettano la contestazione e il rischio è una escalation di violenza.
Johnson si dice intenzionato a negoziare l’accordo con l’UE, se ciò non avvenisse il premier britannico ha annunciato di essere pronto ad agire in autonomia. Su questa scia ha anticipato a domani la presentazione al Parlamento di Westminster di una legge che renderebbe il governo il grado di cambiare unilateralmente alcune parti del documento in questione, facendo prevalere la normativa nazionale per ragioni di sicurezza interna. Secondo l’Unione Europea e secondo Dublino ciò sarebbe una “violazione del diritto internazionale” e comporterebbe ritorsioni legali.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/EPA/ANDY RAIN / POOL