I due hanno catturato due cernie con fucili subacquei nell’area marina protetta di Capo Caccia ad Alghero, per poi rivenderle a un ristoratore del luogo. Saranno denunciati

Sono stati identificati dopo un'”autodenuncia” sui social due turisti che si sono recati in una caletta nell’area marina protetta di Capo Caccia, ad Alghero, per praticare pesca subacquea.

I due hanno catturato due grosse cernie con dei fucili e rivenduto il pescato a un ristoratore del posto, per poi postare su TikTok e Facebook il video della loro impresa che è subito diventata virale, arrivando anche alle forze dell’ordine.

I due saranno denunciati e si prevedono guai anche per il ristoratore che ha acquistato pesce non tracciato per la somministrazione la pubblico.

A portare all’attenzione delle forze dell’ordine la bravata è stata anche l’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico (Grig) che ha inviato un esposto alla Procura di Sassari, Corpo forestale, Guardia costiera, Comune di Alghero e all’Azienda speciale di gestione del parco,.

«La pesca sportiva nelle aree marine protette è vietata e sanzionata penalmente, potrebbe integrare gli estremi del reato di furto aggravato ai danni dello Stato, nonché la violazione della disciplina regionale e regolamentare istitutiva e gestionale dell’Area marina protetta, mentre l’acquisto di proventi da reato può integrare gli estremi della ricettazione, oltre alle sanzioni inerenti gli aspetti commerciali e igienico-sanitari» spiega l’associazione.

«La Sardegna non è terra e mare per beceri safari, chiunque se lo metta in testa una buona volta per tutte» chiosano dal Grig.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA / us Vigili del Fuoco