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Al centro delle contestazioni ci sono l’innalzamento dell’età pensionabile femminile a 65 anni, una legge più restrittiva sugli allevamenti di animali da reddito e la modifica della legge per la tassazione preventiva di obbligazioni e titoli

Domani i cittadini svizzeri aventi diritto sono chiamati alle urne per esprimersi su riforma delle pensioni, divieto degli allevamenti intensivi e fiscalità delle imprese.

La riforma delle pensioni, già approvata dal Parlamento federale ma contestata da sinistra e sindacati, prevede un incremento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) per generare entrate supplementari a favore del sistema pensionistico e una modifica dell’attuale legge per inserire l’aumento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni. Secondo i sondaggi i due quesiti incontrerebbero il favore del 59% dei votati.

Il divieto degli allevamenti intensivi è stato richiesto da un gruppo di associazioni attraverso un’iniziativa popolare che chiede maggiore tutela della dignità degli animali da reddito quali bovini, polli o suini sia sancita dalla Costituzione. Nonostante l’opposizione del Governo, in caso di vittoria del sì la Confederazione sarebbe obbligata a stabilire requisiti minimi più severi in materia, riguardanti tra l’altro l’accesso a spazi esterni, la macellazione e le dimensioni massime di animali per stalla. I sondaggi, in questo caso, parlano del 52% di pareri contrari.

Infine, l’ultimo referendum chiede la cancellazione di una modifica di legge che prevede di abolire la tassa preventiva sulle obbligazioni svizzere e quella sull’acquisto e la vendita di titoli.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA /LAURENT GILLIERON -CD