Oggi Bergoglio durante l’udienza generale ha messo in guardia dagli eccessi consumistici. Domani si celebra la Giornata mondiale di preghiera per il creato

«In balia dei nostri eccessi consumistici, la sorella Madre Terra geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione». Sono queste le parole pronunciate da Papa Francesco in vista della celebrazione, domani, della Giornata mondiale di preghiera per il creato.

Tra gli altri desideri espressi c’è l’abolizione della pena di morte in tutti i Paesi del mondo: “Ogni giorno cresce in tutto il mondo il no alla pena di morte. Per la Chiesa, questo è un segno di speranza. Da un punto di vista giuridico, non è necessaria. La società può reprimere efficacemente il crimine senza privare definitivamente chi lo ha commesso della possibilità di redimersi. In ogni condanna deve esserci sempre una finestra di speranza. La pena capitale non offre giustizia alle vittime, ma alimenta la vendetta. Ed evita qualsiasi possibilità di rimediare a un eventuale errore giudiziario“, ha affermato il Pontefice, aggiungendo che “per questo chiedo a tutte le persone di buona volontà di mobilitarsi per ottenere l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo“.

«Dall’altro lato, moralmente, la pena di morte è inadeguata: distrugge il dono più importante che abbiamo ricevuto, la vita. Non dimentichiamo che, fino all’ultimo momento, una persona può convertirsi e può cambiare. E alla luce del Vangelo, la pena di morte è inammissibile: il comandamento ‘non uccidere’ si riferisce sia all’innocente che al colpevole. Preghiamo perché la pena di morte, che attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona, sia abolita nelle legislazioni di tutti i Paesi del mondo», conclude il Pontefice in merito alla pena di morte.

«È l’inizio del Tempo per il creato che si concluderà il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi – ha detto oggi al termine dell’udienza generale in Sala Nervi. – Il tema di quest’anno, “Ascolta la voce del creato”, possa favorire in tutti l’impegno concreto a prendersi cura della nostra casa comune».

E ha poi aggiunto: «domani ricorderete l’anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che ha segnato così dolorosamente la nazione polacca. E oggi stiamo vivendo la terza. La memoria delle esperienze passate vi spinga a coltivare la pace in voi stessi, nelle famiglie, nella vita sociale e internazionale. Preghiamo in mondo speciale per il popolo ucraino» – ormai consueto il suo saluto all’Ucraina.

Ma non solo, il Pontefice si rivolge anche ai popoli vittime del terremoto: «saluto con affetto i fedeli di Rieti e di Amatrice. La vostra presenza evoca alla mia mente il terremoto del 24 agosto di 6 anni fa che ha colpito Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Nel ricordare nella preghiera i morti, rinnovo sentita vicinanza ai familiari. Auspico che prosegua l’aiuto delle istituzioni e delle persone di buona volontà, affinché la vita possa rinascere in questi territori».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: IMAGOECONOMICA/ANDREA GIANNETTI