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Così il Pontefice durante il saluto alla Conferenza Episcopale nella cattedrale cristiana di Nur-Sultan. Stasera il rientro in Italia

Si concluderà oggi il 38esimo viaggio apostolico di Papa Francesco in Kazakistan, in occasione del settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali svoltosi nella capitale Nur-Sultan.

Nell’ultimo giorno di permanenza Bergoglio ha rivolto un saluto alla Conferenza Episcopale dell’Asia Centrale ricordano che “nessuno è straniero nella Chiesa: siamo un’unica famiglia”. «Sono felice di essere qui in mezzo a voi – ha detto, – di salutare la Conferenza Episcopale dell’Asia Centrale e di incontrare una Chiesa fatta di tanti volti, storie e tradizioni diverse, tutte unite dall’unica fede in Cristo Gesù. La maggior parte di noi sono stranieri, è vero, perché provenite da luoghi e Paesi differenti, ma la bellezza della Chiesa è questa: siamo un’unica famiglia, nella quale nessuno è straniero».

«Facciamo attenzione – è il suo avvertimento, – non si tratta di guardare indietro con nostalgia, restando bloccati sulle cose del passato e lasciandoci paralizzare nell’immobilismo: questa è la tentazione dell’indietrismo. La fede non è stata trasmessa di generazione in generazione come un insieme di cose da capire e da fare, come un codice fissato una volta per tutte. No, la fede è passata con la vita, con la testimonianza che ha portato il fuoco del Vangelo nel cuore delle situazioni per illuminare, purificare e diffondere il calore consolante di Gesù, la gioia del suo amore che salva, la speranza della sua promessa. Facendo memoria, allora, impariamo che la fede cresce con la testimonianza».

«Se oggi in questo vasto Paese, multiculturale e multireligioso, possiamo vedere comunità cristiane vivaci e un senso religioso che attraversa la vita della popolazione – ha aggiunto, rivolgendosi ai fedeli – è soprattutto grazie alla ricca storia che vi ha preceduto: penso alla diffusione del cristianesimo nell’Asia centrale avvenuta già nei primissimi secoli, a tanti evangelizzatori e missionari che si sono spesi per diffondere la luce del Vangelo, fondando comunità, santuari, monasteri e luoghi di culto».

«C’è dunque un’eredità cristiana, ecumenica, che va onorata e custodita una trasmissione della fede che ha visto protagoniste anche tante persone semplici, tanti nonni e nonne, padri e madri: nel cammino spirituale ed ecclesiale non dobbiamo smarrire il ricordo di quanti ci hanno annunciato la fede», ha concluso.

Il programma del Pontefice oggi prevede un incontro privato del Pontefice con i membri della Compagnia di Gesù presso la Nunziatura apostolica (svoltosi alle 9 ore locali, le 5 in Italia) e a seguire – le 10.30, le 6.30 italiane – un incontro con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali presso la Cattedrale Madre di Dio del Perpetuo Soccorso. Alle 15 locali, le 11 in Italia, Bergoglio prenderà parte alla lettura della Dichiarazione finale e terrà un discorso per la conclusione del Congresso, presso il Palazzo dell’Indipendenza.

In chiusura del VII Congresso la Dichiarazione finale è stata letta da una donna, la vescova di Dorking della Chiesa d’Inghilterra Jo Bailey Wells. Fra gli 81 delegati presenti al vertice erano presenti 8 donne.

Alle 16.30 (le 12.30) il Pontefice è stato congedato all’aeroporto internazionale di Nur-Sultan, alla presenza del presidente della Repubblica, Kassym-Jomart Tokayev. Il rientro in Italia è previsto questa sera alle 20.30.

di: Alessia MALCAUS

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