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Nessun passo avanti dall’incontro delle delegazioni. I volenterosi incontrano Zelensky e sentono il presidente USA. Pronto 17esimo pacchetto di sanzioni

I presupposti per un negoziato proficuo, in effetti, non c’erano. L’incontro tra le delegazioni di Russia e Ucraina, ospitato da Erdogan a Istanbul, è avvenuto questa mattina ed è durato circa due ore. Tra le proposte discusse e concordate rientra uno scambio di mille prigionieri per parte, annunciato dal capo della delegazione di Mosca, il consigliere Vladimir Medinsky.

Ieri Zelensky era volato ad Ankara, mostrando la propria disponibilità a partecipare ai colloqui. Il presidente ucraino è stato gelato dall’assenza di Putin (che aveva suggerito un incontro, ma non aveva mai confermato la sua presenza) oltre che di Lavrov, arrivando a definire la situazione “una farsa” e lamentando il “basso livello, non credo possa decidere nulla” della delegazione russa.

La delegazione russa guidata da Vladimir Medinsky (Credit Image: © Ramil Sitdikov/TASS via ZUMA Press)

Le delegazioni presenti sono le medesime che avevano affrontato le trattative nel 2022, a testimonianza di come le posizioni debbano ricomporsi proprio a partire da dove la diplomazia si era interrotta.

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A testimoniare le aspettative sull’incontro, anche l’entusiasmo di Trump che, dal Qatar, non escludeva di recarsi in Turchia se le condizioni lo avessero richiesto. L’assenza dei vertici di Stato ha dunque ridimensionato le aspettative dai colloqui che, seppur in salita, sono perlomeno ricominciati. Oggi Trump è tornato a invocare un dialogo con l’omologo russo: «dobbiamo incontrarci. Ci incontreremo io e lui. Penso che risolveremo il problema, o forse no, ma almeno lo sapremo. E se non lo risolveremo, sarà molto interessante» ha dichiarato il presidente USA.

Trump arriva ad Abu Dhabi (EPA/UAE PRESIDENTIAL COURT / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES)

Il Cremlino ha acconsentito sul colloquio PutinTrump, definito dal portavoce Peskov necessario“, ma avvisando che l’incontro richiede una preparazione adeguata. Anche Zelensky ha nuovamente chiesto dei negoziati diretti con Putin. Il capo delegazione Medinsky ha fatto sapere di aver “preso in considerazione questa richiesta“.

La risposta dell’Europa

Nel frattempo a Tirana, in occasione del vertice Comunità Politica Europea, si riuniscono i “volenterosi”: il premier britannico Starmer, il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Merz hanno incontrato Zelensky, di ritorno dalla Turchia. I leader hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina puntando il dito contro Putin. I cinque si sono poi confrontati in collegamento con Trump.

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C’è delusione soprattutto per il mancato accordo sul cessate il fuoco. «Deve essere lui a pagare il prezzo del rifiuto della pace – attacca Starmer. – Io non accetto che la Russia rinvii il cessate il fuoco alle calende greche». Rincara la dose il ministro tedesco della Difesa, Pistorius: «attualmente Putin dimostra che non è minimamente interessato a porre fine alla guerra». Secondo quanto appreso da un funzionario ucraino dall’AFP, Mosca avrebbe posto, come condizione per cessare le ostilità, la cessione di territori.

Macron, Starmer e Zelensky al sesto vertice del CPE (EPA/PETER KLAUNZER)

Nel frattempo, l’Unione Europea ha già pronto sul tavolo il 17esimo pacchetto di sanzioni in risposta all’invasione russa. La proposta, redatta dagli ambasciatori del Coreper, sarà adottata all’inizio della prossima settimana dal Consiglio Affari esteri. La soddisfazione da parte dell’Alto Rappresentante degli Esteri UE, Kaja Kallasle sanzioni prosciugano la cassa di guerra della Russia») è stata accompagnata anche da qualche dubbio sugli effetti di questo pacchetto, che si limiterebbe ad estendere il raggio d’azione delle misure restrittive già in vigore.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/Kay Nietfeld/dpa