Michele Antonio Gaglione è stato riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale
La Corte d’Assise di Napoli ha condannato a 9 anni e 6 mesi Michele Antonio Gaglione, accusato dell’omicidio della sorella Maria Paola, morta dopo essere stata scaraventata dal motorino su cui viaggiava con il compagno Ciro Migliore, rimasto ferito.
I sostituti procuratori di Nola avevano chiesto 22 anni di carcere per l’omicidio volontario della donna e il tentato omicidio di Migliore, ma i giudici hanno accolto la tesi degli avvocati Giovanni Cantelli e Domenico Paolella e hanno derubricato i reati in omicidio preterintenzionale e lesioni, riconoscendo prevalenti le attenuanti generiche, in quanto Gaglione era incensurato.
Nella notte tra l’11 e l’12 settembre 2020 ad Acerra, nord est di Napoli, Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore, inseguiti da Michele, caddero dallo scooter su cui viaggiavano. La giovane finì contro un tubo dell’irrigazione e morì, mentre Migliore riportò lesioni lievi. Stando a quanto riferito, il rapporto tra i due era inviso alla famiglia di Gaglione, che non accettava che Maria Paola fosse andata a convivere con Ciro, uomo transgender.
La famiglia, però, si è sempre opposta a questa tesi, affermando che l’astio era dovuto a frequentazioni “pericolose” di Migliore, che nel febbraio 2021 è stato arrestato con l’accusa di spaccio di droga all’interno del Parco Verde di Caivano.
Michele Antonio Gaglione ha dichiarato: «volevo solo chiederle di tornare a casa: aveva fatto le valigie ed era scomparsa, gettando tutta la famiglia nella disperazione».
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/CIRO FUSCO