Mattarella: “la memoria è forza per le sfide di oggi”. A Milano deposta corona
Sono trascorsi 50 anni dall’agguato terroristico che è costato la vita al commissario Luigi Calabresi e questa mattina lo ha ricordato il capo dello Stato Sergio Mattarella: «la Repubblica non dimentica i suoi caduti. La memoria è parte delle nostre radici ed è ragione e forza per le sfide dell’oggi – ha dichiarato. – In figure come il Commissario Calabresi sono testimoniati valori che consentono all’intera comunità di progredire, di trovare l’unità necessaria nei momenti più difficili, di sentirsi responsabile verso le nuove generazioni. In questo giorno si rinnova la solidarietà e la vicinanza del popolo italiano alla moglie e ai figli, costretti a pagare il prezzo più alto alla barbarie di un tempo drammatico, in cui il furore ideologico giunse all’estremo della ferocia e del disprezzo di ciò che è più umano».
Mattarella ha poi ricordato i parenti delle vittime dell’attacco: «il coraggio, la compostezza della moglie Gemma Calabresi Milite, dei tanti familiari delle vittime dei terrorismi, sono diventati negli anni pietre miliari di una ricomposizione della comunità attorno ai principi del rispetto, di una ricostruzione paziente del tessuto civile lacerato dalle morti di tanti uomini e donne dello Stato, di dirigenti, lavoratori e dall’odio che le bande del terrore seminavano con le loro azioni e le loro parole. La difesa di quelle libere istituzioni che i nostri padri ci avevano consegnato è avvenuta senza rinunciare in alcun modo ai diritti fissati nella Costituzione, nostra carta di identità nazionale. Un insegnamento che non va dimenticato, prezioso per i giovani, per aiutarli a costruire il futuro di cui saranno artefici e protagonisti».
A Milano è stata deposta una corona del Comune al cippo commemorativo nella strada in cui avvenne il delitto, alla presenza della moglie, la vedova Gemma Milite Calabresi. «Ho fatto un lungo percorso difficile di perdono – ha detto lei – sono arrivata a perdonarli, a vederli che non sono solo i responsabili della morte di mio marito ma sono anche tante altre cose questi uomini. Anche loro hanno camminato e quindi io prego perché loro abbiano pace nel cuore».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA