A tre anni dall’acquisizione da parte del gruppo Nemo, Nemo Studio offre ora anche soluzioni architetturali con l’obiettivo di proporsi come interlocutore privilegiato per il canale progettuale 

Partendo dalla trentennale esperienza di un marchio che ha fatto la storia del design decorativo italiano, Nemo Studio sviluppa una nuova frontiera, in cui l’obiettivo di “fare luce” si coniuga con una dimensione tecnica. Andrea Spallino, CEO di Nemo Studio, ci racconta il progetto.

Come nasce Nemo Studio?

«Nemo Studio nasce dall’acquisizione da parte di Nemo Lighting della storica azienda torinese di illuminazione Ilti Luce. Parte integrante di una multinazionale di settore, la società si specializza nelle realizzazioni custom, perdendo però sintonia con il mercato e con l’innovazione tipica della PMI italiana. Abbiamo quindi lavorato per enfatizzare il suo potenziale reinterpretando il posizionamento di mercato in chiave Nemo. Per il gruppo, questa rappresenta una grande opportunità poiché ha consentito di ampliare il portafoglio e offrire un pacchetto prodotti a 360 gradi, addizionale rispetto al core business legato al mondo decorativo. Nemo Studio è oggi impegnata a perseguire soluzioni innovative per l’illuminazione architettonica nei settori retail, hospitality, museum e outdoor. Il completamento di gamma sarà fondamentale anche per strutturare la crescita dei prossimi anni».

Cosa vi differenzia dai vostri competitor?

«Nemo intende porsi sempre più sul mercato in veste di interlocutore privilegiato per offrire soluzioni illuminotecniche complete. Per fare ciò cerchiamo di conciliare il mondo decorativo con quello architetturale creando nuove categorie di prodotti. Un esempio fra tanti è Plint Battery Mini, un faretto dal design scultoreo per un’illuminazione d’accento discreta ma precisa grazie al suo contenuto tecnologico. Una nuova applicazione per un prodotto già esistente, ma completamente reinterpretato in un contesto residenziale. Tuttavia, un ampio catalogo non basta, la differenza la fa il servizio, uno dei nostri punti di forza in ambito progettuale: forniamo supporto nelle fasi di elaborazione illuminotecnica, accompagnando il professionista nella scelta della tipologia di soluzione più adatta in base alle specifiche esigenze di cantiere. Con uno sguardo attento e sempre proteso al mercato (dove i nostri concorrenti operano da più tempo di noi), traendo ispirazione da fonti eterogenee (arte, nautica, architettura, moda) e attraverso una sana contaminazione tra stile e tecnologia, offriamo un supporto completo da parte di un team selezionato, qualificato e molto giovane. E i risultati ci stanno dando ragione».

Qual è il futuro di Nemo Studio?

«Tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di ampliare ulteriormente la gamma prodotti, per rispondere sempre meglio alle più svariate esigenze di clienti, architetti e designer. Inoltre, lavoriamo verso un maggiore focus e consolidamento del canale “custom”, che sviluppa internamente soluzioni ex novo, sulla base delle specifiche esigenze progettuali. Per il futuro, stiamo valutando una serie di acquisizioni, che si concretizzeranno nei prossimi mesi, come driver per accelerare la crescita ed acquisire competenze specifiche. Inoltre, due nuove aperture show-room con gestione diretta a Copenaghen e Roma, che si andranno ad aggiungere a quelli di Milano e Parigi, per consolidare la visione “glocal” del gruppo».

Nemo Studio, già parte di un progetto che può vantare collaborazioni di rilievo con le Fondazioni dei grandi nomi del design italiano ed internazionale come Le Corbusier, si propone ora di offrire un prodotto sempre più grafico e ad elevato contenuto tecnologico, in un’epoca in cui tecnologia ed estetica sono i capisaldi del nuovo gusto decorativo. Come nella loro prima accezione greca, “techne” ed “eidos”(tecnologia e forma) trovano sintesi in Nemo Studio per offrire al cliente prestazioni d’eccellenza unite a un design unico e senza tempo.