Le repubbliche di Donetsk e Luhansk nominano i loro ambasciatori in Russia

Il dito della Russia punta contro la Polonia, che potrebbe rappresentare una “minaccia per l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Lo ha dichiarato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha parlato di una “retorica molto ostile dalla Polonia” che “ha smesso da tempo di essere amichevole, ma è diventata ostile negli ultimi mesi“.

Gli fa eco il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, secondo cui “il presidente polacco Andrzej Duda ha formalmente ammesso le rivendicazioni territoriali nei confronti dell’Ucraina” e “la maschera è caduta“.

Nello specifico, “il presidente polacco Andrzej Duda ha detto che non ci saranno confini tra Polonia e Ucraina per decenni o addirittura secoli” e si tratterebbe di “un’annessione di fatto dei territori dell’Ucraina occidentale da parte della Polonia“.

Intanto i negoziati sembrano giunti a una fase di stallo. Il capo dell’ufficio della Presidenza ucraina Andriy Yermak ha ribadito che al momento la priorità è porre fine al conflitto e far ritirare i russi.

Le sorti della Crimea occupata e delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk invece potranno essere discusse direttamente solo dai presidenti Zelensky e Putin. «Il presidente dell’Ucraina è pronto a farlo» conclude.

Lo conferma lo stesso Zelensky, che si è detto pronto ad accettare un accordo di pace di compromesso con Mosca a patto che ritiri l’esercito “sulle posizioni del 23 febbraio”. «Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati» ribadisce Zelensky.

Il presidente ha anche rinnovato l’invito a Scholz a recarsi in visita a Kiev, proprio in occasione del 9 maggio.

Proseguendo il proprio corso verso l’indipendenza, intanto, le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk hanno ufficialmente nominato loro ambasciatori in Russia, rispettivamente nelle persone di Olga Makeeva e Rodion Miroshnik.

Sulle rivendicazioni territoriali di Mosca si è pronunciato anche Turchak, segretario generale di Russia Unita, il partito che sostiene Putin: «rivolgendomi agli abitanti della regione di Kherson, vorrei dire ancora una volta che la Russia è qui per sempre. Non deve esserci alcun dubbio».

Nel frattempo sono ancora in stallo le contrattazioni per lo stop al petrolio russo in corso nella riunione del Copasir a Bruxelles. Al momento la bozza prevede una deroga per Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca che potrebbero affrancarsi dal gas russo a partire dal 2024.

Oggi il patriarca Kirill è tornato a invocare un “consolidamento speciale” del popolo russo “per la nostra vittoria, per la liberazione da tutti i nemici che vorranno attaccare il nostro paese, la nostra terra“.

Jill Biden intanto è arrivata in Romania, la prima tappa del suo viaggio in Europa; la first lady americana ha servito il pranzo ai militari Usa nella mensa della base Nato di Mihail Kogalniceanu; a seguito incontrerà i rappresentanti dell’Alleanza Atlantica e alcuni operatori umanitari al lavoro con i profughi ucraini. Domani Biden incontrerà l’omologa romena, Carmen Iohannis, e domenica si sposterà in Slovacchia dove incontrerà delle famiglie di sfollati ucraini.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/MIKHAIL METZEL / SPUTNIK / KREMLIN POOL