Nato dall’inventiva delle campagne cuneesi, il produttore di farine per panettieri di ogni livello

È una realtà nata in piccolo, tra il profumo del pane e le chiacchiere dei clienti in una piccola panetteria di borgo. Oggi è fornitore di Esselunga e leader mondiale del mercato delle farine, per pizzaioli e professionisti ma anche per panificatori casalinghi e pasticcioni. Ci racconta la storia straordinaria del Molino Fratelli Chiavazza il responsabile commerciale, Andrea Chiavazza.

Come nasce il Molino Chiavazza?

«La nostra storia è iniziata in una panetteria, quella del nostro paese; i miei avi Bartolomeo e Giuseppe Chiavazza sono “nati nella farina”, si potrebbe dire. Dopo aver preso in gestione un piccolo molino non industriale, lo hanno reso un impianto moderno e quindi hanno investito nella prima macchina per confezionare pacchetti. È nato tutto anche con un pizzico di fortuna: mio nonno, il fondatore e “prima generazione” di Chiavazza, ha esordito coi primi pacchetti da chilo, un’idea che ci ha permesso di agganciare il primo grande supermercato italiano. E questa è stata la pista di lancio di ciò che è diventato il centro della nostra attività principale».

Cosa caratterizza i vostri prodotti e a quali clienti vi riferite?

«Ciò che fa sempre la qualità del prodotto finito è in buona parte il grano di origine, nel nostro caso è fornito al 100% da fornitori europei che collaborano con noi da almeno 15/20 anni. Abbiamo un laboratorio molto potente che lavora per verificare tutto, dal chicco di grano in arrivo fino alla farina in uscita, e ogni caratteristica viene monitorata e costantemente valutata. I nostri prodotti sono rivolti a una platea ampia, dal molino iniziale che serviva la piccola massaia abbiamo espanso la linea e adesso serviamo anche il consumatore casalingo ma quasi professionale, quindi per esempio l’appassionato di panetteria e pasticceria che vuole utilizzare diversi tipi di farina come grano Khorasan, di ceci e di riso, fino al pizzaiolo e anche le industrie, a cui forniamo la farina come ingrediente per i loro prodotti, dalla pasta fresca alla panificazione industriale. Siamo in tutto il mondo: abbiamo un grosso cliente in Australia, siamo molto presenti in Europa dell’Est e stiamo anche cercando di espanderci in America».

Come vi ponete sul piano della sostenibilità?

«Noi abbiamo due filoni di azione. Il primo riguarda l’approvvigionamento, cioè come arriva la materia prima da noi. I nostri carichi vengono trasportati via treno con corrente elettrica, il che ci permette di togliere dalle strade qualche centinaio di camion al mese. È un sistema che abbiamo intenzione di implementare. Il molino, inoltre, ha ridotto i propri consumi grazie all’efficientamento delle macchine e tutta l’energia che compriamo è prodotta da fonti rinnovabili».

La pandemia e i suoi “panificatori in erba” hanno fatto “lievitare” il business di Molino Fratelli Chiavazza con un aumento della domanda di consumo del 30-35% a fronte di un ritmo di lavoro 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Nonostante ciò la realtà cuneese non ha esaurito idee e sogni: è in progetto infatti un nuovo parco silos per poter ampliare i servizi per l’industria, in modo da avere più farine e avere un luogo dove farle riposare.