MATTEO MESSINA DENARO

Il cugino di Andrea Bonafede e la moglie, molto vicina al boss, avrebbero particolarmente favorito la latitanza del mafioso, ospitandolo spesso in casa loro

Prosegue la scia di arresti sull’onda della fine della latitanza di Matteo Messina Denaro. Questa volta a finire in carcere sono il nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, Emanuele Bonafede, e la moglie, Lorena Ninfa Lanceri. I due sono accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso.

Stando a quanto emerso durante le indagini del Ros, la donna era particolarmente legata al boss latitante. Ad incastrare definitivamente i due coniugi è stata una foto scattata nel salotto della loro casa, in via Mare 89 a Campobello di Mazara in provincia di Trapani, qualche anno fa in cui si vede Messina Denaro (solo il corpo, il volto era stato appositamente tagliato) con in mano un sigaro e un bicchiere di cognac.

Lanceri (che il boss chiamava Diletta per nasconderne l’identità) e il marito facevano dunque parte della cerchia più stretta dei favoreggiatori del boss che veniva da loro ospitato, accolto e curato. Bonafede, cugino di Andrea Bonafede, controllava regolarmente la presenza di forze nell’ordine nei dintorni della loro abitazione, da cui Messina Denaro entrava e usciva indisturbato, mentre Lanceri gli faceva tra tramite per le comunicazioni con le persone a lui più care.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA