Durante il question time la premier ha parlato anche del mauufragio di Cutro e del Mes
Giorgia Meloni ha affrontato il question time oggi 15 marzo alla Camera sul dramma del naufragio di Cutro, la siccità.
Il naufragio di Cutro
La premier ha dichiarato che il naufragio è avvenuto in area Sar libica e che dunque sarebbero dovute essere le autorità libiche a intervenire. «Il tragico evento del naufragio che ha provocato la morte di 30 dei 47 mgiranti a bordo si è svolto in area sar di responsabililtà della Libia ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L’Italia ha assunto il coordinamento dopo, da esplicita richiesta delle stesse. Mi è chiara la ragione per la quale il Governo viene chiamato in causa di fronte a queste vicende perciò io vorrei rispondere con le parole di Gianluca D’Agostino, capo della centrale operativa della guardia costiera».
Citando D’Agostino, Meloni ha dichiarato che “D’Agostino dice: dal punto di vista tecnico si può entrare in acque Sar libiche ma è l’autorità competente che deve operare, in questo caso la Libia. Quando abbiamo capito che non sarebbe intervenuta abbiamo assunto il coordiamento anche se sarebbe toccato a Malta. Le nostre unità Sar non potevano partire perché non avevano autonomia sufficiente per andare e tornare in sicurezza e le altre sarebbero sopraggiunte in 20 ore ma erano impegnate in altri soccorsi”.
Meloni è tornata anche sull’utilizzo delle navi mercantili: «per competenza di informazione l’unità militare era a 255 miglia di distanza, impegnata in attività operativa per questo è stato chiesto aiuto alle navi mercantili. E aggiungo che le navi mercantili nell’ultimo decennio sono state usate in centinaia di casi analoghi».
Per concludere Meloni cita di nuovo il capitano D’Agostino: “tutte le norme sono state applicate, quelle che c’erano oggi c’erano anche ieri, anche perché nessuno mi può costringere a non salvare vite umane, nemmeno un ministro, perché la responsabilità sarebbe la mia“. E infine attacca l’opposizione: «quello che mi stupisce è che per fare politica si finisca per calunniare l’Italia intera che da sola affronta questo dramma offrendo strumenti a chi vuole continuare a scaricare tutto il peso del problema su di noi invece di assumersene la responsabilità. Finchè ci saranno partenze con queste condizioni ci saranno sempre morti. Bisogna investire sulle rotte legali, ed è esattamente il lavoro che sta facendo il Governo. La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca il governo ma non dice una parola sugli scafisti possa dire lo stesso.
L’immigrazione di massa è un fenomeno di portata amplissima, che riguarda la vita dei migranti, la tutela dei più fragili, ma anche la sicurezza dei cittadini e la tutela sociale della nostra società. Per questo ribadisco che il governo non intende piegarsi alle molte e potenti pressioni di chi vorrebbe imporre la visione ideologica di un mondo privo di confini nazionali in nome di un indefinito diritto a migrare».
Meloni ha parlato in questi termini anche della crisi in Tunisia: «già nelle prossime settimane chiederemo risposte immediate di sostegno in favore degli Stati del Nord Africa, Tunisia in testa perché la Tunisia sta vivendo una crisi profonda con conseguenze che possono essere molto preoccupanti, per l’Italia e non solo».
Nodo Mes
Sul tema Mes in risposta alle opposizioni, e nello specifico a Marattin, Meloni chiarisce: «sfortunatamente non stupirò il collega Marattin in riferimento alla ratifica del Mes. La riforma del Mes non è stata mai portata a ratifica e questo dà la misura di come questo strumento necessiti di un approfondimento. Gli strumenti sono strumenti e si giudicano in relazione alla loro efficacia in un determinato contesto. Il Governo ha ricevuto il mandato del Parlamento a non ratificare la riforma in assenza di un quadro normativo chiaro. L’Italia finché ci sarà un Governo a guida della sottoscritta non potrebbe mai accedere al Mes ma temo che non accedano neanche agli altri. Ha senso immaginare e continuare a ragionare di uno strumento che così configurato non verrà utilizzato? Penso sia piuttosto sensato interrogarsi sull’efficacia di questo strumento. Lo ha fatto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha proposto di utilizzare quei fondi come strumento di politica industriale europea. La proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione da questo Governo».
Green e sostenibilità
«Gli italiani non hanno scelto un governo composto da pericolosi negazionisti climatici, noi riteniamo che nel rispetto degli impegni internazionali assunti sulla riduzione delle emissioni climalteranti si debba mantenere un approccio pragmatico e non ideologico. Due principi ci muovono: la sostenibilità ambientale non deve mai essere disgiunta dalla sostenibilità economica e sociale e, una volta definiti i target di riduzione delle emissioni, deve essere assicurata neutralità tecnologica», ha dichiarato poi la premier riguardo alla richiesta di chiarimenti sulla strategia del Governo per il raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’Unione europea e sull’utilizzo delle centrali nucleari da fissione.
Circa l’utilizzo del Nucleare, la premier dichiara: «in merito al tema dell’eventuale autorizzazione di centrali nucleari l’atteggiamento del governo rimane pragmatico, ispirato al principio di neutralità tecnologica. Ma in ogni caso non intendiamo intraprendere su questo alcuna azione in assenza di un eventuale, chiaro atto di indirizzo del Parlamento, senza il coinvolgimento del quale non potremmo assumere alcun impegno a livello internazionale.
L’Italia condivide gli obiettivi della transizione verde e digitale. Però questo presuppone un percorso che va fatto con gradualità e con realismo. Intendiamo percorrere la strada della neutralità tecnologica e in Europa abbiamo spiegato che è possibile conseguire la transizione verde impiegando altre tecnologie rispetto all’elettrico, come i carburanti sintetici, senza un appiattimento acritico su strategie che premiano interessi di altre nazioni e puniscono gli interessi dei nostri lavoratori. Il nostro obiettivo è consegnare a chi verrà dopo di noi una terra più pulita di quella che abbiamo oggi ma senza devastare il nostro sistema produttivo e creare altri disoccupati. Questo non siamo disposti a farlo».
Salario minimo: scontro con la segretaria del Pd Schlein
Sarà il primo faccia a faccia tra la premier e la leader del Pd Elly Schlein. In particolare, la segretaria chiederà alla presidente Meloni “quali siano le ragioni della contrarietà alla sperimentazione del salario minimo legale, tenuto conto della mancata adozione di misure alternative, nonché di interventi volti a migliorare realmente la condizione delle lavoratrici e dei giovani lavoratori, quali un significativo ampiamento del congedo paritario, coerentemente con le migliori prassi europee”.
La premier ha risposto che “il salario minimo peggiorerebbe la situazione”. «Fronteggiare il fenomeno del lavoro povero è una delle priorità del governo – ha dichiarato Meloni – Come fanno notare gli interroganti, la Schlein ed altri, l’Italia è l’unico paese Ocse in cui dal ’90 al 2020 il salario è diminuito mentre nel resto dell’occidente cresceva. E il Pd fa rilevare anche con una sincerità che gli fa onore che negli anni passati la quota di prodotto interno lordo che è stata destinata a salari e stipendi è stata ridotta più che negli altri Stati. È vero, c’è un problema: chi ha governato sino ad ora ha reso più poveri gli italiani e noi dobbiamo invertire la rotta».
Mutui e tasse
«È stato un provvedimento di questo Governo a consentire a tutti la possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile con uno a tasso fisso. Le recenti dinamiche dei mercati bancari e finanziari che sono ripercorse disegnano uno scenario che da parte del Governo merita la massima attenzione. È evidente che il processo di innalzamento dei tassi di interessi voluto dalla Bce produca fisiologicamente un aumento degli utili da commissione bancarie. La situazione richiede gli approfondimenti opportuni ma credo sia necessario partire dalle emergenze. Per esempio dalla necessità di approfondire quei casi nei quali norme discutibili potrebbero aver finito per favorire improprie rendite di posizione, ed è per esempio il caso del Superbonus».
Meloni sul Pnrr
«Il Governo è pienamente consapevole della situazione particolarmente difficoltosa nella quale si trovano i comuni italiani impegnati nell’attuazione del Pnrr. Il Governo ha presenti le criticità e, restando in linea con il quadro di finanza pubblica, valuta ulteriori interventi e risorse da destinare agli enti locali».
di: Alice GEMMA
aggiornamenti: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI