Si aprono gli Stati Generali della Natalità a Roma. Papa Francesco: “la denatalità è un problema sociale, non vederlo è un atteggiamento miope”
«La accentuata diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà». È questo l’allarme lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al presidente della Fondazione per la Natalità e del Forum delle Associazioni Familiari, Gianluigi De Palo.
Il messaggio arriva nel giorno dell’apertura della seconda edizione degli Stati Generali della Natalità, in programma oggi e domani presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma.
Nella missiva di Mattarella si legge: «la struttura demografica del Paese soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società. Un fenomeno accentuatosi con la pandemia e che ha generato nuove disuguaglianze e una diffusa precarietà che scoraggia i giovani nella costruzione di una famiglia. Le azioni previste nell’ambito della legge delega 32/2022, recentemente approvata dal Parlamento, meritano di essere rapidamente rese esecutive, per contribuire alla ripartenza del Paese».
«Occorre insistere nel perseguire condizioni che consentano alle giovani generazioni di costruire il proprio futuro e, in questo senso, va garantita piena dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie – scrive ancora Mattarella. – Assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese, favorendo la famiglia e l’adempimento dei relativi compiti, è responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli, come prescrive l’art.31 della Costituzione, che ci richiama, conseguentemente, alla tutela della maternità, dell’infanzia e della gioventù “favorendo gli istituti necessari a tale scopo”».
«Il tema – prosegue – è di particolare attualità per le donne che devono affrontare ancora oggi troppi impedimenti e difficoltà per raggiungere una piena parità e un apporto essenziale può venire dalla conciliazione dei tempi di cura della famiglia e dei tempi di lavoro. È questione che interpella anche le imprese e la loro funzione sociale. Non può esservi opposizione tra impegno professionale, attività lavorativa e scelta di maternità. La Repubblica non può privarsi dei talenti della piena partecipazione femminile. Non è il lavoro ad allontanare dalla maternità bensì le carenze a supporto della stessa. Le politiche per la famiglia sono un contributo essenziale allo sviluppo equilibrato e sostenibile del Paese».
«La presenza nel dibattito pubblico di questi temi è particolarmente preziosa e mi è grato, quindi, inviare a quanti prenderanno parte a questa edizione degli Stati Generali della natalità l’augurio di buon lavoro» – conclude.
Sul tema interviene anche Papa Francesco, che saluta i partecipanti agli Stati generali dichiarando: «il tema della natalità rappresenta una vera e propria emergenza sociale. Non è immediatamente percepibile, come altri problemi che occupano la cronaca, ma è molto urgente: nascono sempre meno bambini e questo significa impoverire il futuro di tutti; l’Italia, l’Europa e l’Occidente si stanno impoverendo di avvenire. C’è una periferia esistenziale in Occidente, poco vistosa, che non si nota immediatamente. È quella delle donne e degli uomini che hanno il desiderio di un figlio, ma non riescono a realizzarlo» – sottolinea.
«Molti giovani faticano a concretizzare il loro sogno familiare – aggiunge. – E allora si abbassa l’asticella del desiderio e ci si accontenta di surrogati mediocri, come gli affari, la macchina, i viaggi, la custodia gelosa del tempo libero. La bellezza di una famiglia ricca di figli rischia di diventare un’utopia, un sogno difficile da realizzare. Questa è una nuova povertà che mi spaventa. È la povertà generativa di chi fa lo sconto al desiderio di felicità che ha nel cuore, di chi si rassegna ad annacquare le aspirazioni più grandi, di chi si accontenta di poco e smette di sperare in grande. Sì, è una povertà tragica, perché colpisce gli esseri umani nella loro ricchezza più grande: mettere al mondo vite per prendersene cura, trasmettere ad altri con amore l’esistenza ricevuta».
«Non vedere il problema della denatalità è un atteggiamento miope – mette in guardia; – è rinunciare a vedere lontano, a guardare avanti. È girarsi dall’altra parte, pensando che i problemi siano sempre troppo complessi e che non si possa fare nulla. È, in una parola, arrendersi – prosegue il Pontefice. – Per questo mi piace il titolo del vostro evento, organizzato dalla Fondazione per la Natalità e promosso dal Forum delle Famiglie: “Si può fare”. È il titolo di chi non si rassegna. È il titolo di chi spera contro ogni speranza, contro numeri che inesorabilmente peggiorano di anno in anno. Si può fare vuol dire non accettare passivamente che le cose non possano cambiare e che le cose possono cambiare se senza paura, andando oltre gli interessi di parte e gli steccati ideologici, ci si impegna insieme».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/FRANCESCO AMMENDOLA / QUIRINALE PRESS OFFICE