Il segretario della Lega contro le indiscrezioni della Stampa: “a sinistra hanno una paura tremenda di perdere le poltrone, si inventano la qualunque”
«A sinistra hanno paura tremenda di perdere poltrone, si inventano la qualunque. Lega va avanti a testa alta, parlando di Italia, di italiani, di giovani, futuro, ambiente, sviluppo, Pace fiscale, di riduzione di sbarchi e tasse. Enrico, stai serenissimo». Così Salvini getta acqua sul fuoco delle polemiche esplose in merito a un presunto contatto della Lega con il Cremlino che tengono ancora banco.
Tengono ancora banco le polemiche esplose in merito a un presunto contatto della Lega con il Cremlino. Oggi arriva l’accusa di Enrico Borghi, membro del Copasir e responsabile sicurezza del Pd. «Salvini e la Lega hanno in piedi un’ambigua cooperazione politica con i vertici di un Paese straniero, che non fa parte del nostro sistema di alleanze e di difesa ed è responsabile di un attacco bellico contro uno Stato sovrano, le cui conseguenze stanno producendo danni economici e geopolitici anche all’Italia» accusa il deputato.
La sinistra lavora sull’unità, il Psi e Art. 1 ci sono
Intanto il segretario dem lavora ad allargare il campo dei progressisti. Oggi è stata siglata la costruzione di una lista unica per Pd, Articolo uno, Demos e il Partito socialista italiano di Maraio che rilancia il progetto di unità: «alle elezioni gli italiani dovranno scegliere se stare con la peggiore destra a guida Meloni o con chi propone una visione di futuro moderna, inclusiva ed europeista».
Riguardo la partecipazione di Sinistra Italiana al progetto, Nicola Fratoianni annuncia che la decisione sarà presa nelle prossime ore mentre rilancia un dialogo con il Movimento per fermare una “destra estrema e pericolosa“.
Berlusconi: “mai incontrato Razov”
«Non ho mai incontrato l’ambasciatore russo, né mai avuto conversazioni telefoniche con lui». Così Silvio Berlusconi risponde alle accuse riguardo presunti contatti fra Forza Italia e il Cremlino.
«Leggiamo con profondo stupore una fantasiosa ricostruzione del quotidiano “Repubblica”, relativa alle ore precedenti alla caduta del governo Draghi»: così gli azzurri in una nota di partito sulle accuse avanzate dal quotidiano nei confronti di Berlusconi che proprio nel giorno della crisi di Governo avrebbe criticato con i suoi la politica estera dell’Esecutivo, confidando ai vertici di aver parlato con l’ambasciatore russo in Italia che gli avrebbe spiegato le ragioni di Mosca.
«È sconcertante l’idea che un leader si faccia suggerire dall’ambasciatore di un paese straniero valutazioni di politica internazionale. – prosegue la nota. – Un leader della caratura internazionale di Silvio Berlusconi, quando desidera avere contatti con leader stranieri lo fa al massimo livello, cosa che con la Russia non avviene da molto tempo».
Il quotidiano ha pubblicato degli stralci della presunta telefonata fra Berlusconi e Razov: «mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky – avrebbe detto il Cavaliere ai vertici di Fi a Villa Grande – mi ha raccontato che è stata l’Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l’invasione era necessaria perché il rischio era che l’Ucraina attaccasse la Russia».
Risponde durissimo Elio Vito, ex radicale ed ex forzista dimessosi il mese scorso: «per aver intrattenuto rapporti con l’Ambasciata russa in Italia nelle scorse settimane, Berlusconi e Salvini meriterebbero l’esclusione da ogni alleanza politica, da ogni competizione elettorale».
Intanto Tajani conferma incondizionata fiducia sulle scelte politiche di Berlusconi e rilancia: «ambiamo ad avere un rappresentante di Forza Italia alla presidenza del Consiglio».
L’ultima parola sul secondo mandato, Conte: niente deroghe
Come annunciato, è arrivata l’ultima parola sui due mandati nel Movimento, l’ultima delle questioni interne che hanno lacerato il partito negli ultimi mesi. Il leader pentastellato avrebbe annunciato ai vertici dei 5S che non è prevista alcuna deroga alla regola del tetto dei due mandati. È così che dicono addio al Parlamento nomi storici del Movimento, fra i quali Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede.
Si attende l’ufficializzazione della notizia che dovrebbe avvenire attraverso una nota diffusa nelle prossime ore. «Valuteremo il grado di coerenza del Movimento» aveva anticipato Conte questa mattina, aggiungendo poi che “essere coerenti con i propri valori costa un prezzo, che noi stiamo pagando e stiamo pagando anche questa scissione. Molti compagni di strada, tra cui Di Maio, hanno abiurato a principi e valori. Non lo dico io lo ha detto Di Maio. Abbiamo pagato questo prezzo per non fare compromessi sui principi fondamentali“.
Intanto il fronte progressista è in cerca di una quadra che sembra però non arrivare. Conte chiude a un’alleanza con il Pd: «per queste elezioni assolutamente non se ne parla di avere rapporti col Pd» spiega il presidente del Movimento, aggiungendo che “per il futuro non escludo un dialogo, non un’alleanza“.
«Questa è un’ammucchiata dove noi non ci potremmo mai ritrovare, perché sono personalità divisive e litigiose» spiega facendo riferimento agli accordi per una coalizione che si estenderebbe “da Calenda a Di Maio a Renzi a Brunetta a Carfagna“.
In giornata si apprende che il deputato Niccolò Invidia ha lasciato il gruppo M5S alla Camera.
Renzi: pronto a correre da solo
«Se le persone che fanno politica vogliono una alleanza sui contenuti e sui programmi, allora mi metto seduto e parlo. Se l’alleanza deve essere per salvare qualche posto, qualche parlamentare, allora preferisco correre in solitaria»: così Matteo Renzi a Radio24 ribadisce la linea delle sue alleanze.
«Per salvarsi la cadrega uno si mette d’accordo con tutti – aggiunge punzecchiando gli avversari – il punto è salvare la faccia più che la cadrega, oltre che il paese».
Sui competitor del campo largo ammette: «è ovvio che non siamo ben visti, siamo sempre stati soli in questa legislatura. Da solo ho mandato a casa Conte, e ce ne dicevano di tutti i colori, ci hanno dato degli irresponsabili – ricorda poi. – In certi momenti ci vuole il coraggio di dire la verità».
No comment sul rapporto con Letta: «non ci sentiamo da tempo, Letta ha fatto sapere ai giornali che riteneva non utile una alleanza con noi, poi mi pare di aver visto dichiarazioni diverse, ma se la domanda è ‘vi siete sentiti?’, la risposta è no».
Carfagna sceglie Calenda: “Azione in sintonia con tutto ciò in cui credo”
Intanto prosegue il riposizionamento dei fuoriusciti da Forza Italia in vista delle elezioni: Mara Carfagna ha annunciato che oggi formalizzerà la sua candidatura con Azione di Carlo Calenda.
La deputata e ministra per il Sud si apre al Corriere della Sera in una lunga intervista in cui racconta “la scelta più difficile, anche umanamente per la riconoscenza che devo a Silvio Berlusconi“.
«Il passo successivo – spiega – è stato più semplice» prosegue riferendosi ad Azione, che “rappresenta a mio giudizio l’unica proposta politica capace di salvare il Paese da una nuova stagione di estremismi“. Una proposta “europeista, liberale, garantista, fedele al patto europeo e occidentale, capace di dire la verità agli elettori, di prendere impegni seri e poi di rispettarli fino in fondo, e quindi in sintonia con tutto ciò in cui credo da sempre“.
«Ho avuto una lunga conversazione con Berlusconi, che ha speso bellissime parole di apprezzamento per il mio lavoro. La stima reciproca rimane intatta. Ma non potevo restare in un partito che, davanti a una scelta di crisi, tra salvare il Paese ed esporlo a un’ennesima avventura, prende la seconda strada senza neanche chiedere: quali sono i rischi per le categorie, per le imprese? Che succede al Piano di Ripresa se revochiamo la fiducia?» racconta ancora.
«Benvenuta Mara Carfagna» la accoglie Calenda su Twitter che la omaggia come una “persona seria e coraggiosa” che “ci aiuterà a costruire un grande partito liberale, riformista e popolare per dar voce all’Italia seria. Avanti!“.
«Con me il giochino della poltrona non può funzionare – spiega ancora Carfagna. – In questi anni ho lavorato sodo e a settembre avrei potuto avere un seggio da parlamentare sicuro in Forza Italia. Mi sarebbe bastato tacere, accettare quello che in molti chiamano ‘compromesso’. Ma non l’ho fatto, perché l’Italia vale di più. E perché non è mai stato il mio stile».
Giorgia vs Giorgia, il botta e risposta fra Meloni e la cantante
«Anche io sono Giorgia ma non rompo i co**ioni». Così la cantante e omonima attacca indirettamente sui social la leader di Fratelli d’Italia che non tarda a rispondere.
«Trovo che la voce di Giorgia sia straordinaria. La ascolto volentieri, da sempre, senza essere costretta a farlo. Così come lei non è costretta ad ascoltare me se non le piaccio. È la democrazia, funziona così ed è bella per questo. Ma su una cosa io e l’artista siamo sicuramente diverse: se a me non piacesse la sua musica o la sua voce, io non avrei bisogno di insultarla» la replica di Meloni affidata ai social.
Toti lavora al Centro
Nell’area centrista fervono anche i preparativi di Giovanni Toti che rilancia il programma in 12 punti di Italia al Centro insieme a Gaetano Quagliariello e Marco Marin.
«La settimana prossima riuniremo i nostri organi di partito per fare ovvie scelte, visto che la legge elettorale impone alleanze, è giusto farlo alla luce del sole, partendo da questo programma che mettiamo a disposizione del Paese e poi decideremo – spiega il presidente ligure. – Stiamo preparando le liste, e il contributo della qualità della nostra classe dirigente è utile al dibattito».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI