Mentre la commissione Bilancio rimedia all’errore approvato questa notte, Letta accusa la maggioranza: “la destra non era minimamente pronta”
I tempi stringono e il Parlamento è nel pieno del rush finale per l’approvazione della manovra. Nonostante le tempistiche ridotte, il presidente della Commissione Bilancio della Camera Giuseppe Mangialavori ha chiesto una sospensione dei lavori dell’Aula fino alle 15.30 per lasciare modo alla Ragioneria di Stato di ultimare l’esame delle misure. Si prevede poi che la discussione generale durerà quattro ore con una 30ina di interventi circa.
Ad allungare ulteriormente i tempi è anche un errore commesso ieri notte dalla Commissione che ha approvato un emendamento del Pd che stanziava 450 milioni per i Comuni; la norma è infatti senza coperture e dovrà essere espunta dal testo della legge di Bilancio.
Il dibattito politico sulla manovra di oggi è monopolizzato proprio da questa gaffe: «quello che è accaduto in queste ore in Parlamento è la dimostrazione che la destra non era pronta – commenta Enrico Letta. – Non lo erano minimamente». Il leader dem dell’opposizione parla della legge di bilancio “più pasticciata credo degli ultimi 20 anni e ancora oggi non sappiamo bene quale testo verrà votato“.
Nel pomeriggio la Ragioneria ha inoltrato l’esito delle sue verifiche, chiedendo di apportare 43 correzioni al testo, oltre allo stralcio dell’emendamento approvato per sbaglio. Il testo è poi tornato in Commissione, prima di affacciarsi nuovamente in Aula. Secondo alcune fonti, comunque, il testo non arriverà alla Camera prima delle 12 del 24 dicembre.
Conte: “i parlamentari non prendano soldi da Stati stranieri”
A margine dal dibattito sulla manovra Giuseppe Conte, intervistato dal settimanale TPI, torna sulla questione delle consulenze straniere dei parlamentari della Repubblica che, secondo il presidente del Movimento, “sono già ben retribuiti dagli italiani e debbono perorare esclusivamente l’interesse nazionale“.
«Non devono fare i consulenti o i promoter per Paesi che non siano il nostro – spiega Conte. – Sarò più chiaro: molto semplicemente i parlamentari non devono più ricevere né un euro né prestare consulenze per Stati stranieri. La funzione pubblica, come recita l’articolo 54 della Costituzione, non deve essere un trampolino di lancio per un carrierismo parallelo».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI