L’instancabile impegno del gruppo danese

La pandemia ha avuto un impatto molto forte sulla salute mentale. Mai come in questo momento è importante tenere alta l’attenzione su questo tema, coinvolgendo non solo le persone che si trovano a fare i conti con disturbi psichiatrici e neurologici e le loro famiglie, ma l’intera popolazione. È quello che fa da molti anni, in Italia e nel mondo, Lundbeck, multinazionale danese specializzata nella cura dei disturbi del sistema nervoso. Ne abbiamo discusso con il Managing Director Tiziana Mele.

Lundbeck arriva in Italia nel 1994. Può raccontarci il suo sviluppo nel nostro Paese e come si sono evolute le sue attività sul territorio?

«Lundbeck Italia fa parte della multinazionale Lundbeck, azienda danese che da oltre 70 anni si dedica instancabilmente alla salute del cervello affinché ogni persona possa essere al proprio meglio. In Italia siamo 127 persone, di cui il 58% donne. Siamo una realtà giovane, con un’età media di 47 anni; questo spirito si riflette anche nell’attenzione alla sostenibilità e nell’organizzazione dei nostri uffici. Io, ad esempio, non ho uno studio separato da quello del resto dei miei colleghi, proprio perché ritengo importante poter “respirare appieno” l’atmosfera aziendale. La nostra azienda è interamente focalizzata sulle neuroscienze e questo significa sia fare ricerca per sviluppare soluzioni terapeutiche per la cura delle malattie del cervello che contribuire attivamente al superamento di stigma e pregiudizi verso le persone che vivono con questi disturbi. Nel 2021, infatti, parlare di patologie come la depressione, la schizofrenia e gli attacchi di panico è ancora un tabù. Noi, con il nostro impegno, vogliamo informare e far conoscere questi disturbi, affinché non si provi più vergogna nel chiedere aiuto».

Che cosa vuol dire “dedicarsi instancabilmente alla salute del cervello”?

«Dedicarsi instancabilmente alla salute del cervello significa offrire soluzioni terapeutiche all’avanguardia, ma anche creare ‘awareness’ raggiungendo più interlocutori possibili al fine di superare stigma e pregiudizi. È sicuramente un impegno stratificato, che assume più sfaccettature: come azienda farmaceutica sentiamo la responsabilità di diffondere un’informazione corretta in merito a temi così delicati. Oggi più che mai è fondamentale fare un’efficace opera di sensibilizzazione: lo abbiamo visto, ad esempio, con Simone Biles e il suo ritiro dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 dovuto alla necessità di dedicarsi al proprio benessere mentale».

Lundbeck è nota per il suo impegno per l’accesso alle cure e per le sue campagne di educazione volte a infrangere i pregiudizi. Può parlarcene?

«Insieme per la salute mentale” è una campagna di sensibilizzazione sui disturbi mentali essenziale per noi, promossa ogni anno in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale. Il claim di questa seconda edizione è stato ‘Rompiamo il pregiudizio’. Abbiamo voluto “giocare” sulla metafora delle bolle di sapone proprio per ribadire l’inconsistenza degli stereotipi e dei pregiudizi. Attraverso delle challenge sui social media abbiamo chiesto alle persone di fare scoppiare queste bolle per rompere questi pregiudizi ed è stato un grande successo: quasi 19 milioni di utenti vi hanno partecipato. People in Mind” è un’altra iniziativa dedicata ad accreditare un dialogo costruttivo sulla salute mentale attraverso un concorso, giunto alla sua terza edizione, che da un lato invita tutti a rappresentare tramite l’arte cosa significa “avere a mente le persone che soffrono di disturbi mentali” attraverso il disegno, la pittura, la fotografia digitale o brevi video, e dall’altra parte vuole valorizzare l’impegno di chi opera tutti i giorni sul territorio, con una candidatura riservata alle associazioni del terzo settore».

Lundbeck si impegna sia dal punto di vista terapeutico che sociale per contrastare lo stigma nei confronti delle persone che vivono con disturbi del cervello, così da contribuire alla costruzione di un contesto migliore per loro. Il motto è mettere al centro le persone, sempre. Anche i progetti futuri si muovono in questa direzione. Tra questi, stiamo lavorando ad un contest per premiare le aziende italiane che si sono contraddistinte nel porre al centro delle azioni di welfare la salute mentale salute mentale dei dipendenti e un cortometraggio dedicato a raccontare l’impatto del COVID-19 sulla salute mentale dei più giovani.