VALLE STURA

La valle alpina in provincia di Cuneo è attraversata da mille tir ogni giorno

Quando si pensa alla valle Stura si immagina un paradisiaco paesaggio di montagna, una valle alpina in cui si respira aria buona e si ritrova il contatto con la natura. Ma in questa zona della provincia di Cuneo l’idillio è solo una facciata: secondo l’Arpa Piemonte nel 2019 la zona di Demonte ha raggiunto dati sui tassi di particelle d’inquinamento dannose per la salute dell’uomo e dell’ambiente pari a quelle di Torino Lingotto, una delle zone più inquinate d’Europa.

La causa di questo livello di inquinamento così alto in una zona così impensabile sono i tir: la valle Stura è attraversata dalla strada statale 21 che corre lungo le Alpi Marittime fino in Francia e collega i Comuni di Gaiola, Demonte, Aisone, Vinadio e Argentera, a 1.684 metri di altitudine.

Ogni giorno lungo questa statale transitano in media mille mezzi pesanti, che scelgono questo percorso perché il valico internazionale per la Francia è privo di pedaggi; basta superare il colle della Maddalena e si passa oltre confine.

Il risparmio per le aziende che fanno passare gli autisti dalla SS21 è molto elevato: dai 600 ai 700 euro a viaggio rispetto al traforo del Frejus, molto caro.

La maggior parte dei tir che transita in questa zona trasporta le bottiglie dell’azienda dell’acqua Sant’Anna, la cui sede si trova in valle Stura. A distribuirla è Fonti di Vinadio Spa che imbottiglia ed esporta acqua in tutta Italia ma anche in Nord Europa, Cina e Usa. L’azienda, che negli ultimi 10 anni ha triplicato il fatturato, paga alla Regione Piemonte concessioni pari a due milioni di euro (dati 2020); ogni anno a Vinadio vengono imbottigliati 1,5 miliardi di litri d’acqua, pari a 81mila bottiglie all’ora, e benché questi numeri siano destinati a diminuire complice anche lo stop alla produzione di acqua gassata, per il livello di inquinamento raggiunto permangono troppo alti.

I benefici economici che Acqua Sant’Anna porta alla valle Stura esistono ma non sono equiparabili alle ricadute ambientali: la concentrazione di ozono e di materiale particolato (PM10) ha raggiunto una soglia critica, potenzialmente dannosa per le vie respiratorie e per gli ecosistemi vegetali.

Secondo un’inchiesta di Report, per gli abitanti è difficile anche andarsene: le case non valgono più nulla. Tra le zone più penalizzate c’è via Martiri e Caduti per la Libertà, dove un tempo vivevano 86 famiglie e oggi ne rimangono solo quattro. Eclatante il caso di una palazzina di due piani con affreschi del 1200: sul mercato oggi vale 35mila euro. A dimostrazione del fatto che non si può dare un prezzo alla salute.

di: Micaela FERRARO

FOTO: SHUTTERSTOCK